Esecuzione pubblica è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Ratonhnhaké:ton, rivissuta da Desmond Miles nel 2012 attraverso l'Animus.
Descrizione[]
Connor viene accompagnato da Thomas Hickey nel centro di New York per essere condannato a morte per il tentato assassinio di George Washington. Tuttavia, grazie all'aiuto di Achille Davenport e degli altri Assassini, Connor riesce a sfuggire all'impiccagione ed a fermare Hickey prima che possa assassinare il comandante in capo dell'Esercito Continentale.
Dialoghi[]
Ricordo[]
Due guardie carceraria entrano nella cella di Connor, svenuto per terra.
- Guardia: Su! In piedi!
Una delle due guardie colpisce con un calcio Connor, che si sveglia.
- Guardia: Ho detto in piedi!
Le due guardie aiutano Connor ad alzarsi da terra e lo portano fuori dalla cella.
- Guardia: Cammina.
Mentre Connor cammina tra i corridoi della prigione, un prigioniero gli si rivolge.
- Prigioniero: Addio! (Risata)
Connor viene condotto fuori dalla prigione di Bridewell e fatto salire su un carro.
Dopo un breve viaggio fino al centro di New York, Connor viene fatto scendere dal carro, e preso in custodia da una guardia e da Thomas Hickey.
- Thomas: (Sarcasticamente) Ciao, Connor. Non pensavi che mi sarei perso la festa d'addio, vero? Ho sentito che verrà anche Washington in persona. Spero non gli accada nulla.
- Connor: Avevi parlato di un processo!
- Thomas: Eh, non si processano i traditori. Tutto merito di Lee e Haytham. Te ne vai dritto sulla forca! (Risata)
- Connor: Oggi non morirò. Non posso dire lo stesso di te.
- Guardia: Ora basta! Muoviti!
Hickey e la guardia scortano Connor verso il patibolo, circondato da una folla urlante.
Ad un certo punto, una donna si avvicina a Connor e gli tira un pugno sulo volto, facendolo cadere a terra. Facendosi largo tra folla, Achille Davenport raggiunge la donna e la allontana da Connor. Poi, il vecchio si avvicina al suo allievo per aiutarlo a rialzarsi.
- Achille: Non sei solo. Grida pure se hai bisogno di noi...
- Connor: Lascia perdere me. Devi fermare Hickey. Lui-
Hickey alza di peso Connor da terra e ricomincia a spingerlo verso il patibolo.
- Thomas: Muoviti! Non vorrai tardare, giusto? Dovevi fare proprio l'eroe, vero? Tu e pure George. Ora vedrai che si ottiene: una cassa di pino e basta.
Connor sale sul patibolo, dove gli viene legato il cappio intorno al collo. Intanto, al suo fianco, Charles Lee tiene un discorso ai cittadini di New York.
- Charles: Fratelli. Sorelle. Amici patrioti. Alcuni giorni fa ho scoperto un piano così vile, così perverso, che al solo parlarne, ancora provo dolore. L'uomo davanti a voi voleva uccidere il nostro beneamato generale. Esatto. Quale malvagità o follia lo pervadano, non so dirlo. E nemmeno ha provato a difendersi. Non prova rimorso. E sebbene lo abbia implorato e pregato di rivelarci ciò che sa, è rimasto in totale silenzio. Se lui stesso non vuole parlare, se non confessa né si pente, cosa dobbiamo pensare, se non questo? Voleva farci cadere nelle mani del nemico. E quindi siamo costretti dalla giustizia a condannarlo a morte.
(A Connor) Possa Dio avere pietà di te.
Charles azione la botola del patibolo, e Connor rimane appeso per il collo. Tuttavia, gli Assassini guidati da Achille tagliano la corda del cappio, facendo cadere Connor a terra tra la confusione generale.
- Connor: Devo... fermare Hickey...
- Achille: (Consegnandogli il tomahawk) Va'!
Facendosi largo tra la folla, Connor raggiunge Hickey e lo ferisce prima che possa attaccare Washington.
- Thomas: Accidenti. Crededo di vivere ancora a lungo. Peccato.
- Connor: Voglio risposte. Perché Johnson vuole la terra del mio popolo? Perché Pitcairn mirava a Adams e ad Hancock? L'uccisione di Washington a che doveva servire? Perché Il vostro Ordine aiuta gli inglesi?
- Thomas: E io che ne so? I Templari. Lee. Il pezzo grosso, Haytham. Hanno i soldi. Hanno il potere. Ecco perché stavo con loro. Solo per questo. Di sicuro, hanno un piano per il futuro del mondo. Ma non me n'è mai fregato niente. Che facciano i loro discorsi sull'umanità e sui suoi problemi. Che studino i loro piani e preparino trappole. A me non interessa. Mi pagavano e io obbedivo. Non ho mai chiesto né chi né cosa né perché. No, grazie.
- Connor: Hai scelto di schierarti con uomini che ci derubano della nostra umanità semplicemente perché era più redditizio?
- Thomas: Cos'altro conta? Non sono così ingenuo da seguire dei principi. E che cos'è un principio? Ci si compra qualcosa? Non guardarmi così. Siamo diversi io e te! Tu sei solo un imbecille a caccia di farfalle. A me importa soltanto avere una birra in una mano e una tetta nell'altra. Vedi, amico, io ottengo quello che voglio. È così, sai? E tu resterai con un pugno di mosche.
Thomas Hickey esala il suo ultimo respiro di fronte a Connor.
Quando si rialza da terra, Connor si ritrova le armi di diversi soldati dell'Esercito Continentale puntate addosso. Tuttavia, prima che gli uomini possano attaccarlo, Israel Putnam si avvicina all'Assassino.
- Putnam: (Ai soldati) Calma, uomini! Abbassate le armi! Vi ho detto di abbassare le armi! Quest'uomo è un eroe!
(A Connor) Il generale sa essere davvero testardo. Balle, ha detto, quando l'abbiamo avvertito del pericolo che correva! Balle! Ah!
Putnam dà un calcio al cadavere di Hickey.
- Connor: Basta.
- Putnam: Voleva uccidere il comandante. E ha quasi ucciso voi. Era un furfante.
- Connor: Ma era un uomo.
- Putnam: Ah. Senza onore, non si è niente.
- Connor: Dov'è Washington? Devo parlargli.
- Putnam: Se n'è andato subito dopo la vostra supposta esecuzione. Sarà sulla strada per la Philadelphia ormai.
- Connor: Lo raggiungerò.
- Putnam: Qualcosa non va?
- Connor: È ancora in pericolo. Hickey non agiva da solo...
Connor lascia New York.
Epilogo[]
Successivamente, Connor raggiunge Achille Davenport a Philadelphia, con cui entra alla Indipendence Hall.
- Achille: Davvero notevole quello che hai fatto.
- Connor: Sarebbe... un complimento?
- Achille: Ora non esagerare. Sono convinto che tutto finirà in tragedia. Ma sei arrivato fin qui e, beh, Hai superato le mie aspettative.
- Connor: La gente anela alla libertà, ma ha paura di prendersela. La paura è svanita ormai.
- Achille: Grazie a te.
- Connor: No. È tutto merito loro.
- Achille: Ti stai sminuendo. Ma hai sempre avuto un cuore d'oro.
- Connor: Faccio quel che è giusto. Né più. Né meno.
- Achille: Non puoi dirlo.
- Connor: Devo farlo. Altrimenti, non sarà mai al sicuro.
- Achille: È meglio che non sappia! Instillandogli il seme del dubbio, rischi di vanificare ogni suo sforzo. Se Washington si fermasse, Charles Lee colpirebbe. Causeresti proprio ciò che vuoi impedire. Stana i Templari. È il tuo dovere. Ma non coinvolgere questi uomini.
Dopodiché, Connor e Achille raggiungono la sala principale dell'edificio, dove Samuel Adams, John Hancock e Benjamin Franklin stanno firmando la formale dichiarazione d'indipendenza delle colonie americane dall'Inghilterra.
- Hancock: È il momento di restare uniti.
- Franklin: Già, dobbiamo sempre stare uniti. Altrimenti finiremmo sulla forca uno per uno.
- Samuel: (A Connor) Anche stavolta ci hai salvato, amico.
- Connor: Devo parlare con il comandante.
- Samuel: È dovuto andare a New York. Gli inglesi vogliono prenderla. Temo che dovremmo richiamare anche le nostre truppe dal Quebec... Un conto è proclamare l'indipendenza. Ma noi, amico mio, dobbiamo cerca di difenderla.
Risultato[]
Connor scampa alla forca e riesce ad assassinare Thomas Hickey.
Curiosità[]
- Secondo Assassin's Creed: Forsaken, gli Assassini presenti all'esecuzione cercano di tagliare il cappio di Connor, ma falliscono. È invece Haytham, nascosto tra la folla, a salvare Connor, lanciando un pugnale contro la corda.