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La Romagna è una regione italiana, di cui Forlì è stata una delle città più importanti durante il Rinascimento. Fù governata alla fine del XV secolo da Caterina Sforza, affiliata agli Assassini.

Durante questo periodo, nella regione erano presenti molte paludi, zone umide e vari edifici. Ospitava anche la città di Forlì, nei quali porti sostavano navi provenienti da varie parti d'Italia. Nei moli, erano spesso presenti anche dei civili, che pescavano o vendevano il pesce dalle bancarelle del mercato.

Storia[]

Età antica[]

La Romagna fu abitata già dall'epoca preistorica, come dimostrano molti ritrovamenti; i più antichi abitanti dell'attuale Romagna, di cui si hanno testimonianze archeologiche, furono gli Umbri e gli Etruschi. A partire dal III secolo a.C. finì sotto il dominio romano. Giulio Cesare, il 10 gennaio del 49 a.C., attraversò il fiume Rubicone dando il via alla seconda guerra civile, pronunciando la celeberrima frase: Alea iacta est. Dopo il periodo augusteo, la Romagna cadde in un periodo di declino, come il resto dell'Italia, sotto il peso delle invasioni barbariche; decisiva fu quella dei Longobardi, che divise l'Italia dal resto dei territori romano-bizantini.

L'intervento dei Franchi, chiamati dal Papa Stefano II per liberare i territori, fu decisivo per la storia della penisola nei secoli successivi: il re Pipino il Breve, invece di restituire i territori all'imperatore di Costantinopoli, li donò alla Santa Sede, ponendo così inizio allo Stato Pontificio. Per la Romagna iniziò un lunghissimo periodo (oltre mille anni) di storia all'interno dello Stato della Chiesa.

Rinascimento[]

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Caterina Sforza bloccata su uno scoglio.

Nel 1480, Ezio Auditore, dopo essere stato inseguito negli Appennini dai soldati dei Borgia, raggiunse a cavallo la Romagna. Raggiunse quindi il molo dove vi era l'amico Leonardo, per prendere un traghetto che lo portasse, lungo la costa del mare Adriatico, fino a Venezia. Inizialmente venne fermato dall'imbarco a causa della mancanza di un lasciapassare, tuttavia Caterina Sforza, contessa di Forlì, risolse questo problema dopo che Ezio la salvò da uno scoglio in mezzo ad una palude di Forlì.

Nel 1488, dopo aver recuperato la Mela dell'Eden, Ezio sotto consiglio di suo zio Mario Auditore, decise di portare il manufatto a Forlì, dove si incontrò con Caterina al di fuori della città. Giunti però a Forlì, scoprirono che le forze di Checco e Ludovico Orsi avevano invaso e preso il controllo della maggior parte della città.

Con le porte della città chiuse, Caterina ordinò ad Ezio di infiltrarsi attraverso un ingresso segreto, che consisteva nel nuotare sotto il fossato di Forlì ed entrare passando sotto una grata. Mentre Caterina distraeva gli invasori insultandoli furiosamente, Ezio riuscì ad entrare ed aprire le porte della città, permettendo alla regnante e ai suoi soldati di accedere.

Entrati a Forlì, Ezio, Caterina e Niccolò Machiavelli si diressero verso la Rocca di Ravaldino, per respingere gli assalitori, sconfiggendoli e raggiungendo la cittadella interna. Raggiunta la rocca, Caterina scoprì che i suoi figli, Bianca e Ottaviano Riario, erano scomparsi e che i fratelli Orsi insieme al loro esercito di soldati Borgia avevano iniziato a fare breccia nella cittadella, costringendo Ezio e gli Assassini a difendersi. Nonostante ciò, gli aggressori furono respinti e gran parte della città fu salva, anche se furono presto affrontati dagli stessi Orsi.

Il Padrino 2

I fratelli Orsi sotto la cittadella.

I due richiamarono l'attenzione di Caterina, informandola che avevano rapito i suoi due figli, spiegando che sarebbero stati restituiti solo dopo che Caterina avesse consegnato la mappa di suo marito con i dettagli delle posizioni delle pagine del Codice. Per tutta risposta, Caterina li insultò, rifiutandosi di consegnare la mappa. I fratelli Orsi la avvertirono quindi che aveva un'ora soltanto per consegnare la mappa, prima che i bambino venissero uccisi. Caterina si rivolse quindi a Ezio per chiedere aiuto, chiedendogli di salvare i suoi figli. Ezio acconsentì alla richiesta e le consegnò la Mela perché la proteggesse.

Ezio partì alla volta della campagna romagnola, dove sconfisse le guardie che sorvegliavano Bianca, la quale gli diede la posizione del fratello Ottaviano. Da lì, l'Auditore attraversò le paludi fino a un vicino faro, sulla cui sommità uccise Ludovico e salvò Ottaviano. Tuttavia, Ezio apprese che la prigionia dei due fratelli non era che una distrazione, utile ad impadronirsi della Mela. L'Assassino tornò quindi di corsa in città, scoprendo che Checco aveva sottratto il frutto dell'Eden.

La pelle dell'Orsi 5

Il monaco prende la mela.

Ezio riuscì a rintracciarlo, uccidendo l'ultimo fratello Orsi e recuperando la Mela, tuttavia prima di spirare Checco pugnalò l'Auditore all'addome, facendolo svenire e smarrendo il manufatto. Mentre Ezio perdeva i sensi, intravide un monaco vestito di nero senza un dito raccogliere la Mela e allontanarsi.

Successivamente, l'Assassino si svegliò all'interno di Forlì, vegliato da Caterina, dopo che le guardie di Forlì lo trovarono in campagna mentre perlustravano la zona. Dopo aver ripreso conoscenza, Ezio spiegò a Caterina l'accaduto e lei gli indicò un'abbazia nelle paludi fuori città, dove poter cercare informazioni sulla posizione del misterioso monaco vestito di nero. Inoltre, Caterina consegnò ad Ezio la mappa del Codice, dopodiché partì diretto all'abbazia.

Ezio attraversò le paludi romagnole fino a raggiungere l'abbazia, dove salvò un prete irlandese, Frate O'Callahan, dalle guardie dei Borgia. Ezio gli chiese allora delle informazioni sul monaco con un dito solo e O'Callahan lo indirizzò ad un'altra abbazia all'interno della città di Forlì.

L'Assassino tornò quindi in città e si diresse verso l'abbazia. Una volta arrivato, uno dei sacerdoti lo riconobbe come l'assassino di Stefano da Bagnone, il Templare che Ezio aveva ucciso nove anni prima. Spaventato, il prete scappò, ma Ezio lo raggiunse. Spiegandogli che uccideva solo chi era colpevole di omicidio, riuscì a convincere il parroco, informandosi sull'identità del monaco vestito di nero senza un dito, ossia Girolamo Savonarola. Ezio chiese al prete dove potesse essere andato, e lui gli rispose che probabilmente era a Firenze. Cosi, Ezio decise di tornare dopo tanti anni alla sua città natale.

Anni successivi[]

Nel XII secolo, le istituzioni comunali si diffusero in tutte le città romagnole, infatti nel XIII secolo infuriarono le lotte tra guelfi, fedeli al Papa, e ghibellini, fedeli all'Imperatore. Tra il 1499 e il 1500, Cesare Borgia, su mandato di Papa Alessandro VI, sconfisse una dopo l'altra le signorie delle città romagnole. Grazie ai suoi fedeli comandanti Oliverotto de Fermo, Vitellozzo Vitelli e Ramiro d'Orco, Cesare riuscì a conquistare rapidamente Forlì ed Imola, dove sconfisse le truppe di Caterina Sforza e della Famiglia Orsi; il Papa lo proclamò successivamente "Duca di Romagna" ed il Borgia pose a Cesena la sua capitale. Nonostante le numerose conquiste di Cesare Borgia in Romagna, le potenti famiglie dei Colonna e degli Orsini tramavano di minare il ducato di Cesare, anche se quest'ultimo riuscì a bloccarle e a stappargli molti possedimenti. Inoltre, dopo la morte di Ramiro d'Orco per mano delle truppe di Cesare, Vitellozzo e Oliverotto decisero di ribellarsi al volere del Duca strappandogli i suoi possedimenti. Tuttavia, tramite un'imboscata, Cesare riuscì ad uccidere i due comandanti.

Curiosità[]

  • Sulla cima del faro vicino all'avamposto veneziano, sarà possibile utilizzare la macchina volante di Leonardo da Vinci dopo aver terminato i ricordi contenuti nel DLC La Battaglia di Forlì.
  • La Romagna è ricostruita basandosi sulle zone umide delle Valli di Comacchio dell'Emilia-Romagna. Tuttavia, Forlì è raffigurata troppo vicina alle paludi, quando nella realtà c'è la città di Ravenna in mezzo.
  • La Romagna è la regione più povera di Assassin's Creed II e l'area circostante è coperta di paludi, acqua stagnante ed edifici in rovina. Pochissimi civili indossavano abiti costosi (come cappelli di piuma o sciarpe), né possiedono molto denaro quando si borseggiano.
  • I colori Ebano Romagnolo e Avorio Romagnolo per le vesti di Ezio sono ottenibili in Romagna da qualsiasi sarto e comprandoli, si ottiene il trofeo/obiettivo "Armonia Perfetta".
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