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"Non schernirmi! Ho scelto il mio destino. Questa è libertà. Un giorno lo capirai anche tu."
―George ad Aveline, 1777.[src]

George Davidson (1752 - 1777) è stato un ex schiavo, un lealista e, segretamente, un membro del rito della Louisiana dell'Ordine dei Templari.

Promessa la libertà in cambio della sua lealtà, George venne liberato dalla sua condizione di schiavo da Madeleine de l'Isle, il leader dei Templari della Louisiana. Aiutato dalla figliastra di Madeleine, Aveline de Grandpré, venne portato dai patrioti americani, che lo accettarono nei loro ranghi.

Tuttavia, George avrebbe cambiato in seguito fazione, abbandonando la causa dei patrioti per servire nel reggimento etiope di Lord Dunmore, diventando un lealista. Per tutto il tempo, rimase un fedele servitore dell'Ordine dei Templari.

Biografia[]

Primi anni e fuga dalla schiavitù[]

"Combatterò per voi, signore, per qualsiasi causa."
―George accetta di combattere per i patrioti, 1776[src]

Nato nel 1752, George fu, assieme a un tipo di nome Titus Cornelius, uno dei quattro schiavi di proprietà del quacchero John Corlies. Intorno al 1770, gli venne offerta la possibilità di ottenere la libertà da Madeleine de l'Isle, sebbene in cambio chiedesse la sua lealtà all'Ordine dei Templari.[1]

George accettò l'offerta e, con l'aiuto di Madeleine, tentò la fuga anche se il loro piano andò in fumo quando venne scoperto dai soldati. Fortunatamente, quando era alla ricerca di un nascondiglio, Madeleine chiese l'aiuto della sua figliastra Aveline. Ignara della reale fedeltà di entrambe le persone, l'Assassina accettò di aiutarla e, una volta trovato George, lo scortò in salvo fuori dalla città di New Orleans, da dove si sarebbe recato alla palude.[2]

Recatosi nella palude, George trovò una temporanea protezione dai soldati, ma egli era intenzionato di raggiungere le colonie inglesi. Infatti, venne raggiunto da Aveline che lo accompagnò da due suoi contatti, Élise Lafleur e Roussillon, due contrabbandieri alleati, i quali avrebbero potuto aiutarlo a fuggire verso nord. Tuttavia, i due contrabbandieri erano impegnati in un'affare molto redditizio, cioè consegnare della merce ai patrioti americani impegnati nella rivoluzione da parte degli spagnoli. Stranamente, diversi soldati spagnoli li attaccavano durante le loro consegne per impedirgli di portarle a termine.[3]

Rifornire la rivoluzione 4

George si unisce ai patrioti tramite Aveline.

Credendo che i patrioti potessero concedere a George un passaggio sicuro per il nord, Aveline propose ai contrabbandieri di trasportare l'ex schiavo assieme alle loro merci per la palude, mentre li avrebbe aiutati contro i soldati che li avrebbe attaccati. I contrabbandieri accettarono e partirono assieme a George su una zattera per attraversare la palude. Nel frattempo, Aveline li avrebbe aiutati eliminando i soldati in un combattimento ravvicinato e George le avrebbe fornito dalla zattera supporto con il moschetto. Sconfitti i soldati e giunti al luogo d'incontro, il gruppo venne accolto da Hopton e i suoi compagni. A seguito del trasferimento della merce, Aveline chiese ad Hopton se potesse portare con sé George, il quale lo avrebbe potuto aiutare nel trasporto delle merci e il patriota accettò.[3]

Al servizio della rivoluzione[]

"Tu a chi obbedisci? E pensi davvero di essere libera? "La carità comincia da sé stessi", signorina Aveline."
―George ad Aveline sulla sua condizione da Assassina, 1777[src]

Nel 1775, Lord John Murray, conte di Dunmore e governatore della Virginia, emise un proclama, in cui offriva la libertà a tutti gli schiavi che si sarebbero uniti tra le forze lealiste. Quando venne informato di ciò, George abbandonò la causa patriota e si unì nelle forze lealiste, dove incontrò Titus e assieme a lui iniziò a combattere contro i loro ex padroni.[1]

Due anni dopo, George combatteva ancora per gli inglesi ed era al comando di un forte situato nella frontiera, nelle vicinanze di New York. All'insaputa del Templare, Aveline era giunta a New York per cercare un Templare noto come "Ufficiale Davidson" che avrebbe potuto aiutarla a trovare l'uomo della Compagnia, tuttavia ignorava che Davidson e George fossero la stessa persona. Con l'aiuto dell'Assassino Kanien'kehá:ka Connor, Aveline riuscì a trovare e ad infiltrarsi nel forte di Davidson, dopodiché lo affrontò nella torre di guardia.[4][5]

Un'impresa impossibile 6

George si ritrova davanti Aveline.

Sorpresa di trovarsi davanti George, Aveline gli chiese come poteva combattere per gli inglesi, coloro che lo avevano reso schiavo, ma George la informò che i lealisti gli avevano garantito la libertà ed era per quello che stava combattendo e che lo avrebbe ottenuto da solo. Inoltre, fece anche la morale ad Aveline, la quale era partita per New York nel momento in cui gli schiavi e i poveri avevano bisogno di aiuto a New Orleans. Successivamente, George e i suoi uomini ingaggiarono Aveline in battaglia, sebbene l'Assassina riuscì a sconfiggere facilmente i due subordinati di George. Prima che Aveline e George si battessero, si udì un'esplosione improvvisa, scatenata da Connor per distrarre le forze presenti nel forte. George, invece, sfruttò l'attimo di sorpresa causata dall'esplosione per fuggire dalla torre di guardia e rinchiudervi dentro Aveline. Poi, salì su una carrozza piena di polvere da sparo e fuggì dal forte.[4][5]

Un'impresa impossibile 10

Gli ultimi momenti di George.

Tuttavia, Aveline riuscì a fuggire dalla torre, scalandola dall'interno, e, vedendo George scappare su una carrozza piena di polvere da sparo, prese la mira con la sua pistola e sparò ad uno dei barili, facendo esplodere la carrozza e ferendo mortalmente George. Prima di morire, venne raggiunta da Aveline, la quale dispiaciuta lo confortò che ora sarebbe stato libero. Tuttavia, George le rispose che era lui ad aver scelto il suo destino, che considerava la vera libertà. Aveline esitò, ma alla fine gli chiese chi fosse l'uomo della Compagnia. Nei suoi ultimi respiri, George le rispose che la persona che cercava era molto più vicina di quanto pensava, spingendo l'Assassina a comprendere che l'uomo della Compagnia era la sua matrigna, Madeleine de L'Isle.[4][5]

Ultime parole[]

  • Aveline: Speravo di non arrivare a questo. Ora, nella morte, sarai libero.
  • George: Non schernirmi! Ho scelto il mio destino. Questa è libertà. Un giorno lo capirai anche tu.
  • Aveline: Io... chi è l'uomo della Compagnia?
  • George: La persona che cerchi è più vicina di quanto pensi. Devi solo... aprire... gli occhi...

Curiosità[]

  • George è la variante inglese del nome Giorgio, che è di origine greca e deriva dal termine georgios, che significa "contadino", "agricoltore", "lavoratore della terra". Davidson, che deriva dal nome David, è un cognome patronimico, che significa "figlio di David".
  • "La carità comincia da sé stessi" è una citazione di John Wyclif e l'equivalente antiquato dell'odierno proverbio "la carità comincia a casa propria". Citandolo, George rimprovera essenzialmente Aveline per aver trascurato la sua città natale, New Orleans, venendo a New York a "interpretare il ruolo dell'eroe".
  • Il proprietario di George, John Corlies, è stato erroneamente indicato come John Cornelius nella voce del database di George.
  • Come altre persone apparse nel prodotto Liberation di Abstergo Entertainment, la voce del database di George è stata modificata per omettere qualsiasi riferimento ai Templari.

Galleria[]

Apparizioni[]

Fonti[]

  1. 1,0 1,1 Assassin's Creed III: Liberation - Database: George Davidson
  2. Assassin's Creed III: Liberation - Un favore urgente
  3. 3,0 3,1 Assassin's Creed III: Liberation - Rifornire la rivoluzione
  4. 4,0 4,1 4,2 Assassin's Creed III: Liberation - Un'impresa impossibile
  5. 5,0 5,1 5,2 Assassin's Creed III: Liberation - Come vuole Connor

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