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"L'insurrezione è il più sacro di tutti i diritti e il più indispensabile di tutti i doveri."
―Gilbert du Motier, Marchese de Lafayette

Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier, Marchese di Lafayette (6 settembre 1757 - 20 maggio 1834) è stato un generale e politico francese. Combatté sia nella guerra di indipendenza americana sia nella rivoluzione francese.

Fu un caro amico di George Washington, che divenne il suo modello ispiratore, e combatté a fianco a lui nella rivoluzione americana. Grazie a Washington conobbe l'Assassino Ratonhnhaké:ton, il quale lo aiutò nella battaglia di Monmouth il 28 giugno 1778. Contattò l'Ammiraglio de Grasse, per permettere a Ratonhnhaké:ton di combattere nella battaglia di Chesapeake, con l'obiettivo di infiltrarsi a Fort George. Ebbe un ruolo di primo piano anche durante la rivoluzione francese.

Biografia[]

Primi anni[]

Marie-Joseph Paul Yves Roch Gilbert du Motier nacque il 6 settembre 1757 da Michel Louis Christophe Roch Gilbert du Motier Paulette, Marchese de Lafayette e da Maria Luisa Jolie de La Rivière, al castello di Chavaniac, in Chavaniac, vicino a Le Puy-en Veley. Non appena crebbe la gente lo chiamava raramente con il suo nome completo, era semplicemente conosciuto come Marchese de Lafayette o solo semplicemente Lafayette.

Come tutti i suoi membri della sua famiglia amò il pericolo seguendo l'esempio di suo bisnonno e di suo padre. Quest'ultimo dopo una cannonata nella battaglia di Minden in Westfalia, morì il 1 agosto 1759, perciò ereditò il suo patrimonio diventando il signore di Chavaniac, ma questa eredità passò alla madre fino a quando non fosse cresciuto.

Lafayette diventò un membro della massoneria. Viaggiò in America, per gli studi. Lì conobbe Benjamin Franklin, con cui strinse una forte amicizia. Però, ben presto tornò in Francia. Non appena concluse gli studi, al suo ritorno in patria si arruolò nell'esercito francese dove ben presto diventò un ufficiale. Qualche tempo più tardi sposò Marie Adrienne Françoise de Noailles.[1]

Unirsi alla guerra d'indipendenza americana[]

Richiesta per diventare Maggior Generale[]

Nel 1775 Lafayette partecipò alla formazione annuale della sua unità a Metz, dove incontrò il comandante dell'esercito del'est, Charles-François de Broglie, marchese de Ruffec. In seguito mandò una lettera in cui spiegava il suo desiderio di aiutarli nella Rivoluzione Americana come maggior generale al Congresso Continentale, in America.

Nello stesso anno Lafayette tornò a Parigi in autunno per discutere nei gruppi di pensiero sul coinvolgimento francese nella rivoluzione aamericana, in questi incontri conobbe Abbé Guillaume Raynal, che criticava la nobiltà, il clero e la pratica della schiavitù. Dopo che la monarchia ebbe vietato a Raynal di parlarne, quest'ultimo lo espresse in gran segreto alla massoneria, di cui Lafayette era membro.

Il 7 dicembre 1776, Lafayette si organizzò tramite un agente americano Silas Deane, che si trovava a Parigi per delle trattative con la Francia, per imbarcarsi, raggiungere l'America e accedere al servizio americano. Sials Deane lo arruolò formalmente con il titolo di Maggiore Generale dell'Esercito Continentale.

De Broglie si incuriosì delle intenzioni del ministro Gravier di mandare gli ufficiali francesi a combattere al fianco degli americani, gli si avvicinò con la promessa di assistenza ai rivoluzionari americani, perciò gli presentò Lafayette che era nella lista di riserva, a de Kalb.[1]

Viaggio verso l'America[]

Dopo che Lafayette tornò a Parigi, scoprì che il Congresso Continentale non aveva fondi per il suo viaggio, perciò decise di acquistare per il viaggio la nave, Victorie. Però il re Luigi XVI gli proibì di partire, dopo che le spie inglesi scoprirono gli aiuti militari francesi agli americani e minacciarono di muover guerra, per questo gli ordinò di riportare il reggimento del suocero a Marsiglia, avvisandolo che se avesse disobbedito lo avrebbe recluso. L'ambasciatore inglese diede l'ordine di sequestrare la nave di Lafayette, la Victorie che era ferma a Bordeaux. Inoltre Lafayette fu minacciato di arresto se si fosse imbarcato.

Il 20 aprile 1777 Lafayette s'imbarcò per l'America, travestito da donna, dopo aver lasciato sua moglie incinta, in Francia. Inoltre quando seppe che il comandante della nave aveva intenzione di fare porto prima nelle Indie occidentali per vendere le merci, decise di comprare il carico per fare rotta per l'America. Lafayette il 13 giugno dello stesso anno, raggiunse le coste di Nord Island nei pressi di Georgetown nel South Carolina.[1]

Aiutante del comandante in capo[]

Al suo arrivo, Lafayette incontrò il maggiore Benjamin Huger e rimase con lui prima di raggiungere Philadelphia. Il Congresso Continentale ritardò la commissione a Lafayette, perché si era stancato di soldati stranieri in cerca di gloria e fama. Però Lafayette offrì il suo aiuto gratuitamente. In seguito il Congresso Continentale gli commissionò la posizione di maggior generale il 31 luglio 1777.

Benjamin Franklin scrisse una lettera a George Washington, raccomandando Lafayette come aiutante in campo con la speranza di influenzare la Francia per impegnarsi maggiormente nell'aiuto. Washington accettò e decise di incontrare Lafayette in Moland Casa, in Bucks County, in Pennsylvania il 10 agosto del medesimo anno. Lafayette entrò a far parte dello staff di Washington.[1]

In aiuto degli americani[]

Aiuto a Alabay Conway[]

La prima battaglia di Lafayette fu a Brandywin l'11 settembre del 1777. Washington inviò Lafayette ad aiutare John Sullivan. Dopo che giunse a Brandywin, tentò di radunare le truppe per affrontare l'attacco. Durante la battaglia venne ferito ad una gamba, ciò non lo distolse dal formare una ritirata ordinata, riuscendo però a far ritirare le truppe in maniera ordinata e con disciplina. A fine della ritirata venne soccorso e portato ad un insediamento moroviano per curare la ferita in modo che potesse tornare sul campo.[1]

Dopo che si ristabilì nel mese di novembre, tornò a Valley Forge venendo informato della decisione di organizzare un'invasione della provincia del Quebec partendo da Albany, dal capo del consiglio di guerra Horatio Gates. Durante questo periodo, Lafayette conobbe l'Assassino Connor, anch'egli alleato di Washington, e chiacchierarono sull'avanzamento della guerra. Inoltre gli raccontò la sua bizzarra storia per raggiungere le colonie, poi invitò Connor a visitare la Francia, Parigi in special modo, dopo che la guerra sarebbe finita.

Inoltre Thomas Conway era determinato a prendere il posto di Washington al comando di tutto l'esercito americano, con l'aiuto di Gates riuscì a separare Lafayette da Washington. Quando Lafayette arrivò ad Albany, vi trovò solo pochissimi uomini ad attenderlo, troppo pochi per invadere il Quebec, e informò Washington della situazione, inviandogli una lettera. Washington venendo a conoscenza della situazione avvisò il Congresso, che ne condivise il pensiero, e Gates lasciò il consiglio di guerra.[1]

Tradimento di Charles Lee[]

Battaglia Di Monmouth 4

Lafayette assiste alle dichiarazioni di Ratonhnhaké:ton sul tradimento di Charles Lee.

Il 28 giugno del 1778, Washington nominò Charles Lee al comando delle truppe per respingere la ritirata dei soldati inglesi verso New York, a Monmouth. Tuttavia, quando Lafayette andò ad aiutare Charles Lee vide che gli uomini erano in piena ritirata e Charles che li stava incitando ad abbandonare il campo e salvarsi la pelle, per poi abbandonare il campo di battaglia a sua volta. Lafayette decise di porre rimedio alla codardia di Lee cercando di calmare gli uomini ed organizzare un blocco per respingere le truppe inglesi.

In quel momento arrivò in aiuto l'Assassino Ratonhnhaké:ton, il quale volle sapere se avesse informazioni su Charles Lee. Lafayette lo mise subito al corrente che Lee aveva ordinato la ritirata senza alcun motivo. Lafayette gli chiese se poteva respingere l'attacco inglese, lasciandogli un manipolo di uomini esperti che gli erano fedeli, per poi raggiungere Washington e aiutarli ad organizzare la difesa, per riuscire a bloccare l'eventuale avanzata degli avversari.

Dopo che l'Assassino riuscì a ridurre il numero dei soldati inglesi con un cannone, ordinò poi la ritirata dopo la penuria di munizioni e raggiunse Lafayette che si complimentò con Connor per aver salvato un'altra volta gli uomini. Ratonhnhaké:ton vedendo il comandante in capo, gli riferì del tradimento di Charles Lee, che non meritava la sua fiducia e che andava fermato. Lafayette, dopo che Washington volle certezze di queste accuse, confermò le parole di Connor. L'Assassino dopo la rassicurazione di Washington che avrebbe indagato sulla faccenda, lo avvisò che se non avesse pensato lui a togliere la vita a Lee, ci avrebbe pensato lui stesso a farlo, avvisandolo che era l'ultima volta che lo aiutava.[2]

Di ritorno con i rinforzi[]

Nel mese di febbraio 1779, Lafayette tornò in Francia, ma al suo arrivo venne arrestato e condotto verso la sua proprietà in cui vi dovette rimanere per otto giorni. Tuttavia al suo arrivo venne accolto da eroe, in seguito alle acclamazioni del popolo, e il re Luigi XVI decise di vederlo invitandolo a caccia. Lafayette si presentò al suo cospetto, il re volle sapere quali piani avesse ancora per aiutare gli americani, Lafayette glielo rivelò. Luigi XVI soddisfatto, gli restituì la sua posizione e il suo rango nei dragoni (la cavalleria militare francese). Lafayette li sfruttò per aiutare gli americani nella rivoluzione, mandando dei rinforzi.

In seguito, Lafayette venne a conoscenza che sua moglie aveva dato alla luce suo figlio e lo chiamò Georges Washington Lafayette in onore del generale americano. Inoltre si impegnò più intensamente per dare maggior sostegno francese alla rivoluzione americana. Ordinato di procurare delle nuove divise e una flotta verso l'America.

Nell'anno successivo nel mese di marzo Lafayette si procurò un imbarco per l'America sulla nave Hermonie da Rochefort. Dopo il suo ritorno in America informò George Washington che era riuscito a portare dei rinforzi per combattere nella guerra di indipendenza. E funse da collegamento tra Jean-Baptiste de Rochambeau, comandante delle truppe di supporto francesi e Washington, che sarebbe stato al comando delle forze sia americane sia francesi.[1]

In aiuto di Ratonhnhaké:ton[]

Battaglia Di Chesapeake 3

Lafayette viene a conoscenza del piano di Ratonhnhaké:ton per infiltrarsi a Fort George.

Nel 1781, Lafyette si recò alla tenuta di Davenport, dove incontrò l'Assassino Ratonhnhaké:ton. Connor gli spiegò il suo piano per infiltrarsi a Fort George utilizzando un modellino: mentre le navi francesi bombardavano il forte, lui si sarebbe infiltrato attraverso i sotterranei di New York e nella confusione avrebbe ucciso Lee.

Lafayette parlò quindi con l'ammiraglio de Grasse, chiedendogli di aiutare Connor, che in cambio avrebbe combattuto con l'Aquila a fianco delle navi francesi contro la flotta inglese.[3]

Dopo la battaglia di Chesapeake, Lafayette aiutò Stephane Chapheau a liberare i sotterranei che portavano a Fort George, permettendo a Connor di infiltrarsi nel forte.

Dopo che Ratonhnhaké:ton ebbe raggiunto i due uomini, Lafayette informò Connor che le gallerie lo avrebbero portato all'interno del distretto militare e che l'ammiraglio attendeva soltanto il suo segnale per bombardare il forte.[4]

Ritorno in Francia[]

Lafayette ritornò in patria il 18 dicembre 1781, dove fu accolto come un eroe. Qualche giorno dopo assistette alla nascita di sua figlia, su suggerimento del suo amico Thomas Jefferson l'aveva chiamata Marie-Antoniette Virginie. In seguito sentì che era stato firmato il trattato di Parigi tra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti appena nati. Rimase soddisfatto che venne riconosciuta la dichiarazione d'indipendenza dalla madre patria, il 20 gennaio 1783.

Lafayette lavorò con Jefferson per stabilire dei rapporti commerciali tra i neonati Stati Uniti d'America e la Francia, per ridurre il debito americano nei confronti della Francia. [1]

Rivoluzione Francese[]

Il 5 ottobre 1789, una folla, formata sopratutto da donne pescivendole, marciò su Versailles in risposta alla scarsità di pane. Lafayette, insieme alla Guardia Nazionale di cui era a capo, dovette marciare con riluttanza su Versailles per mantenere l'ordine ed evitare inutili spargimenti di sangue. In seguito il re accettò la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino votata dall'Assemblea Nazionale ma non di tornare a Parigi, ma dovette cedere dopo che la folla irruppe all'alba nel palazzo.

Il 14 luglio 1790 prestò giuramento civico presso le Champs de Mars promettendo di essere fedele alla nazione, alle leggi e al re e di sostenere con il massimo potere la Costituzione decretata dall'Assemblea Nazionale e approvata dal re. L'anno dopo a Vincennes scoppiò un conflitto e Lafayette e parte della Guardia Nazionale andarono a ristabilire l'ordine. Ciò causò un indebolimento della protezione del re e della sua famiglia rifugiati al palazzo delle Tuileries. Tuttavia centinaia di nobili armati arrivarono alle Tuileries per difendere il re, ma si sparsero delle voci che in realtà volevano permettere che il re fuggisse. La Fayette ritornò rapidamente alle Tuileries e disarmò i nobili dopo una breve situazione di stallo.[1]

Declino[]

Nella notte del 20 giugno 1791, in una fuga senza successo chiamata la fuga a Varennes, il re riuscì quasi a fuggire dalla Francia. Essendo il capo della Guardia Nazionale era responsabile dalla custodia della famiglia reale e venne accusato da Georges Danton per l'incidente e fu definito un traditore del popolo da Maximilien de Robespierre. A causa di quest'accusa Lafayette venne ritratto come un realista, danneggiando così la sua reputazione agli occhi del popolo. Ad ottobre, vedendo sempre più calare la sua popolarità, sopratutto dopo il massacro al Campo di Marte, Lafayette si dimise da capo della Guardia Nazionale.[1]

Morte[]

Lafayette nei suoi ultimi anni entrò in politica diventando membro attivo della Camera dei Deputati nel 1815 fino al 1834, in seguito nello stesso anno eseguì il suo ultimo discorso nella Camera. Nel mese successivo durante un funerale si accasciò al suolo per una polmonite, però sopravisse e trascorse i suoi ultimi giorni a letto nel mese di maggio. Il 20 dello stesso mese 1834 morì a Parigi. Fu sepolto accanto alla moglie al cimitero di Picpus, il nuovo re Luigi Filippo volle che il funerale fosse militare per porgere a Lafayette tutti gli onori.[1]

Caratteristiche e personalità[]

Lafayette come tutti i membri della sua famiglia amava molto il pericolo, perciò aveva deciso di seguire le orme della sua famiglia e di intraprendere la vita militare.

Era un uomo molto testardo e non si arrendeva alla prima difficoltà, come quando aveva voluto andare in America per aiutare i patrioti, era riuscito a salire a bordo di una nave diretta alle Indie con un travestimento e cambiare la sua rotta comprando tutto il carico destinato alle Indie, pur di giungere alla sua destinazione.

Ammirava molto George Washington nutrendone un forte rispetto nei suoi confronti.

Aveva anche doti di leadership eccezionale come dimostrò durante la battaglia di Monmouth, quando incoraggiò gli uomini a non arrendersi e a difendere la posizione respingendo i soldati inglesi, riuscendo a far rimanere almeno la metà degli uomini in ritirata dopo averli calmati. Era però contrario alla decisione di Lee di gridare la ritirata, ritenendo il suo comportamento strano e inappropriato per un ufficiale.

Come George Washington, era contrario alla schiavitù e aveva iniziato ad abolirla nelle sue piantagioni nelle indie occidentali per diffondere gradualmente l'emancipazione degli schiavi. Infatti, poco tempo dopo, lo stesso Washington ne seguì l'esempio liberando i suoi schiavi.

Galleria[]

Note[]

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