L'ultimo rimasto è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Ezio Auditore da Firenze, rivissuta da Desmond Miles nel 2012 attraverso l'Animus.
Descrizione
Ezio Auditore da Firenze si reca in Piazza della Signoria, convinto di assistere al proscioglimento del padre e dei fratelli Federico e Petruccio, grazie ai documenti consegnati durante la notte al Gonfaloniere Uberto Alberti. Tuttavia Uberto non mantiene la parola data e i membri della famiglia Auditore vengono condannati a morte ed Ezio, scoperto mentre prova ad intervenire per salvare i suoi familiari, è costretto a fuggire e a nascondersi.
Dialoghi
Ezio Auditore da Firenze si reca in Piazza della Signoria per assistere al proscioglimento di suo padre, Giovanni, e dei suoi due fratelli, Federico e Petruccio. Tuttavia i suoi familiari sono alla forca, pronti per essere condannati di fronte a Uberto Alberti e allo stesso misterioso uomo incappucciato che la sera prima era a casa del Gonfaloniere di Giustizia.
- Uberto: Giovanni Auditore, voi e i vostri complici siete stati accusati di tradimento. Avete delle prove da presentare a vostra discolpa?
- Giovanni: Sì, i documenti che vi sono stati consegnati la notte scorsa!
- Uberto: Ehm. Temo di non sapere nulla di tali documenti.
Ezio urla da in mezzo alla folla.
- Ezio: Sta mentendo!
Tuttavia, a causa del rumore della folla, nessuno può sentirlo.
- Ezio: Devo avvicinarmi.
Ezio si fa largo tra la folla, verso il palco.
- Uberto: In assenza di qualunque prova contraria alle accuse, mi vedo costretto a dichiararvi... colpevole! Voi e i vostri collaboratori verrete pertanto condannati a morte.
- Giovanni: Sei tu il traditore, Uberto, sei uno di loro! Oggi potrai anche toglierci la vita, ma avremo la tua in cambio! Lo giuro! Noi ti-
Uberto fa segno a una guardia di eseguire la sentenza e Giovanni, Federico e Petruccio muoiono impiccati. Ezio, scioccato per la morte dei familiari, si lancia verso il palco, urlando.
- Ezio: Padre!
A causa del suo gesto, Ezio viene notato da Uberto.
- Uberto: (Indicando Ezio) Laggiù! Prendete quel ragazzo! È uno di loro!
Due guardie trattengono Ezio, che si mette a urlare contro Uberto.
- Ezio: Ti ucciderò per ciò che hai fatto!
Ezio si libera ed estrae la spada.
- Uberto: Guardie! Arrestatelo!
Un bruto disarma Ezio.
- Uberto: Uccidetelo.
Ezio vede nella folla lo stesso ladro e la stessa cortigiana a cui il giorno prima ha consegnato una lettera per conto del padre.
- Ladro: Ti conviene scappare, ragazzo. Svelto!
Ezio segue il consiglio del ladro misterioso e fugge.
Nonostante riesca a seminare le guardie diventa famigerato e tutte le guardie di Firenze lo cercano.
Risultato
Giovanni e i figli Federico e Petruccio vengono condannati a morte, ed Ezio, dopo aver provato ad attaccare Uberto, fugge e diviene ricercato in tutta la città di Firenze.
Curiosità
- Ezio può disarmare il Bruto, anche prima dell'insegnamento da parte di Mario Auditore nel ricordo "La Pratica Rende Perfetti".
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