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"Il compito del Mentore è di supervisionare e coordinare le azioni dell'Ordine nella ricerca di armonia tramite il libero arbitrio."
―Il Mentore del 2000 sul suo ruolo[src]
Logoassassini

L'emblema dell'Ordine degli Assassini.

Il titolo di Mentore è la massima carica all'interno dell'Ordine degli Assassini. Inizialmente un titolo principalmente onorifico dato ad un capo di un ramo dell'Ordine particolarmente saggio che aveva addestrato molti adepti, nel XX secolo divenne il titolo assegnato alla persona che guidava l'intero Ordine.

Storia[]

Medioevo[]

Assassinio (Al Mualim) 9

Altaïr assassina Al Mualim.

Il primo riferimento al titolo di Mentore risale agli Assassini nel Levante: a partire almeno dal 1176, il ramo dell'Ordine che agiva dalla roccaforte di Masyaf era guidato da Rashid ad-Din Sinan, meglio noto come "Al Mualim", l'arabo per "il Mentore". Al Mualim guidò la Confraternita in uno dei periodi di maggior potere, venendo rispettato e temuto sia dagli alleati che dai nemici.[1] Nel 1191, tuttavia, Al Mualim tradì gli Assassini alleandosi coi Templari e poi i Templari stessi per poter entrare in possesso di una Mela dell'Eden. Quando, nel settembre dello stesso anno, Al Mualim usò il manufatto per controllare Masyaf, venne affrontato e ucciso da uno dei suoi allievi, il Maestro Assassino Altaïr Ibn-La'Ahad.[2]

Malgrado l'iniziale opposizione di alcuni Assassini, tra cui Abbas Sofian, Altaïr riuscì ad impedire una guerra intestina all'Ordine nel caos che seguì la morte di Al Mualim e si guadagnò il rispetto dei confratelli, diventando il nuovo Mentore.[1] Sotto la sua guida vi furono importanti riforme, che portarono l'Ordine ad estendersi e che faranno di lui il Mentore più leggendario e rispettato nella storia della Confraternita.[3][1]

Nel 1228, tuttavia, Abbas rovesciò Altaïr con la forza per prendere il potere, obbligandolo ad andare in esilio ad Alamut e diventando lui stesso il nuovo Mentore. Sotto la sua guida, gli Assassini nel Levante vennero guidati tirannicamente, senza rispettare il Credo e perdendo potere e influenza, nonché il rispetto della popolazione. Nel 1247 Altaïr tornò dall'esilio e uccise Abbas, riprendendo il suo ruolo di Mentore che tenne sino alla morte, nel 1257. Nei suoi ultimi anni di vita, Altaïr si concentrò sulla diffusione dell'Ordine nella regione e fece abbandonare il castello di Masyaf, divenuto "un simbolo di arroganza e un richiamo per i nemici".[1]

Rinascimento[]

"Hai guidato l'attacco contro i Templari e ricostruito la Confraternita. Ora, dobbiamo dare a Ezio ciò che gli spetta, la guida dell'Ordine degli Assassini. Ezio Auditore da Firenze. A partire da ora sei il Mentore, custode dell'Ordine e dei nostri segreti."
―Niccolò Machiavelli ad Ezio Auditore[src]
Ascensione 5

Ezio proclamato Mentore.

Nell'agosto 1503, Ezio Auditore da Firenze venne proclamato Mentore da Niccolò Machiavelli, leader de facto degli Assassini italiani, come riconoscimento delle sue azioni durante la liberazione di Roma dalla famiglia Borgia.[4] Ezio divenne poi famoso per aver sconfitto i Templari in tutta Europa.[1]

La sua influenza e la sua autorità, nonché la sua fama, vennero riconosciute anche da altri rami dell'Ordine, tra cui gli Assassini turchi: questi lo accolsero quando giunse a Costantinopoli nel 1511 e lui, mentre continuava la sua personale ricerca delle Chiavi di Masyaf, aiutò il ramo locale dell'Ordine a crescere, reclutando nuovi adepti, addestrandoli e mandandoli in missione. In particolare, Ezio mandò degli apprendisti a salvare Iskender, un discendente di Altaïr Ibn-La'Ahad che era Mentore degli Assassini egiziani, liberandolo dalla prigionia prima che fosse ucciso.[1]

Nel 1512, Ezio si ritirò dall'Ordine e lasciò il ruolo di Mentore a Ludovico Ariosto.[5] Malgrado ciò, la sua fama rimase intatta e raggiunse anche la Cina: quando nel 1524 l'imperatore Jiajing fece sterminare tutti i suoi oppositori, tra cui gli Assassini, il Mentore degli Assassini cinesi fuggì insieme ad una sua allieva, Shao Jun, per l'Italia sperando di ricevere consigli da Ezio su come rifondare il loro ramo. Il Mentore fu ucciso da soldati sulle loro tracce a Venezia, mentre Shao Jun raggiunse la Toscana e riuscì ad incontrare Ezio.[6]

Colonie americane[]

Sconfitti e in minoranza 7

Ah Tabai discute con Edward Kenway.

Alla fine del XVII secolo, il Mentore degli Assassini caraibici era Bahlam, un uomo di origini maya.[7] Anni dopo, nel 1710 circa, divenne Mentore suo figlio Ah Tabai. Il Mentore mantenne dei contatti con gli Assassini nell'America britannica, in Europa, Africa e Cina. Inoltre accolse adepti di qualsiasi provenienza. A partire dal 1715, fu coinvolto nella ricerca del Saggio Bartholomew Roberts e difese il quartier generale di Tulum per molti anni, sino a quando nel 1722 accettò di trasferire momentaneamente la base operativa dell'Ordine a Great Inagua, sino ad allora covo di Edward Kenway.[8]

Nel 1730 circa, François Mackandal fu il Mentore della Confraternita a Saint-Domingue sino alla sua morte, nel 1758. Il suo allievo Agaté divenne poi Mentore della Confraternita in Louisiana.[9]

Nelle colonie britanniche nordamericane, l'Ordine fu guidato a partire dal 1746 da Achille Davenport. Un attacco su vasca scala dei Templari nel 1763 annientò il ramo dell'Ordine, costringendo Achille a restare nascosto. Tempo dopo, Achille conobbe e fece da mentore a Connor, che nel 1773 cominciò a ricreare l'Ordine.[10]

Tempi moderni[]

Durante la prima metà del XIX secolo, gli Assassini indiani erano guidati dal Mentore Hamid. Sotto la sua guida, gli Assassini erano un'importante presenza nell'impero Sikh. Hamid assegnò all'Assassino Arbaaz Mir il compito di ritrovare un Frutto dell'Eden, noto con il nome di Koh-i-Noor, per evitare che se ne impossessassero i Templari.[11]

Nella seconda metà del XIX secolo, un Mentore era particolarmente coinvolto nelle azioni della Confraternita russa che tentava di far crollare la Russia zarista. Nel 1888, ordinò a Nikolai Orelov di assassinare lo zar Alessandro III, e malgrado il suo fallimento in quell'occasione fu sempre Orlev, vent'anni dopo, a cui il Mentore affidò un altro importante compito: recuperare un Bastone dell'Eden su cui i Templari stavano compiendo degli esperimenti in Siberia. Il Bastone tuttavia esplose quando Nikola Tesla, alleato degli Assassini, azionò un'arma elettrica negli Stati Uniti. Orelov fu l'unico sopravvissuto.[12]

Nel 1917, dopo l'instaurazione dell'URSS, il Mentore fu coinvolto nella creazione di un laboratorio di Assassini a Protvino, grazie all'appoggio di Vladimir Lenin e Sergey Fedorovich Oldenburg, entrambi simpatizzanti dell'Ordine. Dopo la morte di Lenin e la salita al potere di Joseph Stalin, tuttavia, i Templari divennero sempre più potenti e il Mentore, diventato un bersaglio, fu costretto a nascondersi. Nel 1926 ordinò a Sergei di mettersi sulle tracce di Orelov, fuggito in America con un frammento del Bastone, e di convincerlo a tornare in Russia, ma l'uomo fu ucciso da Orelov. Dopo la seconda guerra mondiale gli Assassini ripresero potere e riuscirono ad uccidere Stalin nel 1953, ma l'improvvisa morte del Mentore fu un duro colpo per la Confraternita russa, che si ritrovò senza una guida.[7]

"Io non sono solo me stesso. Io sono un condotto vivente di tutti quelli che mi hanno preceduto. I Mentore delle generazioni passate vivono attraverso di me, e io possiedo la somma totale delle loro conoscenze ed esperienze. Quando sceglierò il mio successore, lui avrà tutta questa conoscenza sommata alla mia."
―Il Mentore del 2000 a Daniel Cross[src]

Nella seconda metà del XX secolo, l'Ordine venne unito sotto alla guida di un unico Mentore, che operava nascosto anche dagli Assassini e sceglieva personalmente il proprio successore, con cui condivideva il proprio sapere in modo che ogni Mentore possedesse le conoscenze dei predecessori.[12]

Daniel uccide il Mentore

Daniel assassina il Mentore.

Nel 1998, l'uomo a capo dell'Ordine era noto solo come "il Mentore" e la sua esistenza era addirittura messa in dubbio da alcuni Assassini. Per motivi di sicurezza non si nascondeva in un unico luogo, ma aveva rifugi in tutti il mondo. Nel novembre 2000, il Mentore fece portare nel suo ufficio di Dubai Daniel Cross, che lo cercava da due anni e che avrebbe potuto diventare un degno successore.[12]

Il 6 novembre, i due parlarono a lungo e il Mentore donò a Daniel la sua lama celata, introducendolo ufficialmente nell'Ordine. Tuttavia, un impulso che era stato inserito nel suo subconscio da Warren Vidic anni prima spinsero Daniel ad uccidere il Mentore.[12]

Questo evento e la successiva Grande Purga obbligarono gli Assassini a nascondersi; la guida dell'Ordine fu infine assunta da William Miles, che coordinava le azioni della Confraternita nel mondo senza però essere il Mentore.[1] Nel 2013, William scelse poi di lasciare tale compito a Gavin Banks.[7]

Mentori conosciuti[]

Note[]

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