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"Era mio padre a volere questa vita, Anna, non io. È venuto in questo paese con un sogno e ha fatto della Narodnaya Volya la sua casa. Io non so se ho la forza di servire l'Ordine degli Assassini come ha fatto lui."
―Nikolai Orelov alla moglie[src]

Nikolai Andreievich "Kolya" Orelov (? - 1928) in russo: Николай Орлов - è stato un Assassino vissuto durante la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo in Russia. Membro del ramo russo dell'Ordine degli Assassini, conosciuto come Narodnaya Volya, Nikolai fu coinvolto nella caccia allo Scettro Imperiale della famiglia reale russa, che in realtà era un Bastone dell'Eden.

Nel 1888, nel tentativo di compiere la sua missione di assassinare lo Zar Alessandro III, Nikolai, nello scontro con il suo bersaglio, causò accidentalmente il disastro ferroviario di Borki.

Venti anni più tardi, cercando di recuperare lo Scettro Imperiale da una struttura segreta situata a Tunguska, il tentativo fallito di recuperare il manufatto, nel momento in cui Nikola Tesla trasmise alla centrale un sovraccarico di energia elettrica, causò una grande esplosione che sarà successivamente conosciuta come evento di Tunguska.

Dopo aver lasciato l'Ordine degli Assassini, Nikolai si trasferì con la famiglia negli Stati Uniti d'America. Lì, dopo aver perso la moglie e la figlia, deportate in Russia durante l'espulsione dagli Stati Uniti dei radicali di sinistra, morì in uno scontro con degli Assassini che volevano conoscere ciò che l'uomo aveva appreso dal bastone dell'Eden durante l'esplosione di Tunguska.

Nikolai ebbe due figli dalla moglie Anna: Nadya e Innokenti. Fu inoltre il bisnonno di Daniel Cross, l'uomo che sarebbe stato la causa della "Grande Purga" dell'Ordine degli Assassini generazioni più tardi.

Biografia

Giovinezza

"Lo vedo in sogno, Anna. Mi chiama e mi chiede di aiutarlo. Di salvarlo dalla forca. E io non posso."
―Nikolai riguardo i suoi incubi[src]

Nikolai Orelov nacque nella seconda metà del XIX secolo. Suo padre, Andrei Orelov, emigrò in Russia e divenne un membro della Narodnaya Volya, il ramo russo dell'Ordine degli Assassini. Andrei decise di crescere il figlio Nikolai come un Assassino, addestrandolo fin da giovane età. All'interno dell'Ordine degli Assassini, Nikolai strinse amicizia con Aleksandr Ilic Ulianov e suo fratello minore, che sarebbe diventato successivamente noto con il nome di Vladimir Lenin.[2]

Il 20 maggio 1887, Nikolai assistette all'esecuzione di Aleksandr, che era stato catturato dopo un tentativo di assassinio fallito dello Zar Alessandro III. Quando la corda venne messa intorno al collo di Aleksandr, questo puntò il dito verso Nikolai, incolpandolo della sua morte e accusandolo di non averlo soccorso. Questo evento traumatico causò degli incubi a Nikolai negli anni seguenti.[2]

Disastro ferroviario di Borki

"La Russia presto diventerà forte e sarà libera dal giogo imperiale. Un esempio per il mondo. Eppure io temo che deluderò ancora il nostro Maestro. E se fallissi?"
―Nikolai riguardo la sua missione in Crimea[src]
Nikolai Orelov cavallo

Nikolai cavalca per raggiungere il treno dello Zar.

Nell'ottobre 1888, Nikolai si svegliò nel letto dopo aver avuto un altro incubo sulla morte dell'amico fraterno Aleksandr Ulyanov. Confidò alla sua compagna, Anna, che si sentiva profondamente responsabile della morte dell'amico. Lei però gli rispose che Aleksandr conosceva l'importanza della missione a cui avevano partecipato insieme ed anche i suoi rischi. Nikolai poi le rivelò che era stato incaricato dal Mentore in persona di uccidere lo Zar Alessandro III per allentare l'influenza dei Templari sulla regione. Anna lo motivò per la buona riuscita della missione, perché avrebbe avuto bisogno di lui in futuro per crescere il loro figlio, di cui era incinta.[2]

Nikolai partì a cavallo per la Crimea il mattino seguente, da dove iniziò l'inseguimento del treno Imperiale. Dopo aver raggiunto ed essere salito sul treno, Nikolai uccise diverse guardie ed estorse delle informazioni da un'altra. Una volta raggiunta la carrozza reale, Nikolai vi irruppe con il fucile in mano e fu sorpreso di trovarvi all'interno l'intera famiglia reale, visto che, secondo le informazioni in suo possesso, solo lo Zar doveva essere a bordo del treno. In quel momento lo Zar Alessandro III lo attaccò alle spalle per aver minacciato la sua famiglia e i due iniziarono uno scontro. Nonostante, durante lo scontro, Nikolai riuscì a pugnalare al livello dei reni lo Zar, questo continuò a lottare con l'Assassino. Ad un certo punto, mentre i due uomini continuavano la loro lotta, il treno deragliò e si capovolse.[2]

Nikolai lotta con Alessandro III

Una fase della lotta con lo Zar.

Prima che Nikolai riuscisse a riprendersi dallo schianto del treno, Alessandro III iniziò a sbattere l'Assassino a terra, vantandosi di essere l'artefice della morte di alcuni dei suoi cari. Dopodiché, prese da una cassa, che era stata sbalzata fuori dal treno vicino a loro, lo Scettro Imperiale e lo passò a Nikolai, sfidandolo ad usarlo per ucciderlo. Nonostante stesse brandendo il Bastone dell'Eden, Nikolai fu sconfitto dallo Zar, che però gli risparmiò la vita e gli disse di fuggire per evitare di coinvolgere i suoi figli, che stavano arrivando a vedere ciò che stava accadendo. Nikolai seguì il suggerimento del suo nemico e fuggì dalla zona, decretando il fallimento della missione che gli era stata affidata dall'Ordine.[2]

Anni dopo, Nikolai e Anna persero il loro primo figlio, che morì prima della gravidanza, rendendo l'Assassino colmo di rabbia.[2]

Evento di Tunguska

Primo Assassino: I metodi di fratello Orelov sono sempre stati... così selvaggi?
Secondo Assassino: Era un uomo più gentile quando l'ho incontrato, anni fa. Prima che perdessero il bambino.
―Due assassini commentano il comportamento di Nikolai[src]
Nikolai e Dolinsky

Nikolai interroga il Templare Dolinsky.

Il 14 maggio del 1908, gli Assassini catturarono un Templare di nome Dolinsky, che fu poi torturato da Nikolai con lo scopo di scoprire dove fosse finito il bastone dell'Eden dopo il fallimento della sua missione. Durante l'interrogatorio, due Assassini commentarono i metodi violenti del loro compagno, assegnando la colpa di tanto rancore alla perdita recente del primo figlio. Sotto la pressione di alcune minacce alla sua famiglia, Dolinsky rivelò agli Assassini che la struttura che ospitava lo Scettro Imperiale si trovava a Tunguska, in Siberia. Dopodiché Nikolai partì per la Siberia insieme ad alcuni compagni con lo scopo di recuperare il frutto dell'Eden.[2]

Il Mentore chiese a Nikolai e ai suo compagni di recuperare il Bastone dell'Eden, che era sottoposto a dei test con macchinari elettrici basati su alcuni disegni rubati ad un loro alleato, Nikola Tesla. Mentre gli Assassini si avvicinavano alla struttura segreta, Nikolai spiegò ai compagni che Tesla, dagli Stati Uniti d'America, era pronto a far saltare in aria l'intero impianto da un momento all'altro, e che quindi avevano poco tempo per portare a termine la missione e fuggire dalla zona.[2]

Nikolai a terra

Nikolai dopo l'esplosione.

Gli Assassini assaltarono la struttura, uccidendo tutti i Templari presenti e dando così il tempo a Nikolai di raggiungere la cima dell'impianto, dove il Bastone dell'Eden era sottoposto a scariche elettriche per attivarlo. Nel momento in cui Nikolai raggiunse e toccò il Bastone, poté udire le voci di diverse personalità del passato provenire dal manufatto. Tuttavia, nello stesso momento, Nikola Tesla attivò la sua arma, facendo esplodere l'intero struttura segreta di Tunguska mentre gli Assassini e il Bastone si trovavano ancora all'interno. Nikolai fu l'unico sopravvissuto dell'esplosione; si ritrovò a terra da solo e con gli abiti ridotti a brandelli, credendo che anche il Bastone fosse stato distrutto. Poco tempo dopo tornò a casa, dove la moglie Anna lo accolse con uno sguardo di dolore e dispiacere.[2]

Qualche anno dopo l'evento, Anna diede alla luce la loro prima figlia, Nadya Orelov.[2]

Ricerca del frammento

"Non mi considero più un crociato per il cambiamento, ma devo trovare la scheggia del manufatto. Prima, però, ho bisogno di imparare di più su di esso."
―Pensiero personale di Nikolai riguardo la scheggia del bastone dell'Eden[src]
Nicola II e Orelov

Nikolai prende in mano il manufatto falso.

Nel 1917 Vladimir Lenin stava guidando una rivoluzione contro lo Zar e la sua famiglia. Lenin inviò personalmente una lettera a Nikolai, nella quale gli chiedeva di deporre lo Zar Nicola II, cancellando così l'ultimo simbolo dell'Imperialismo. Nikolai allora si introdusse nel palazzo dello Zar e, una volta trovato Nicola II, gli chiese dove poteva trovare lo Scettro Imperiale, che era immortalato su una foto del padre Alessandro III, che gli mostrò. Nicola II condusse Nikolai nella stanza dove si trovava il manufatto, che Nikolai riconobbe però subito come un falso. Nonostante Nicola gli dicesse che il Bastone era lo stesso della foto, Nikolai rispose con tono duro che il vero Bastone brillava di una luce propria e, per dimostrare la propria tesi, spezzò in due il finto manufatto.[2]

Nicola, oramai disperato, chiese a Nikolai di risparmiare la sua famiglia e l'Assassino, aprendo una finestra, gli rispose che in quel momento l'unico motivo per cui lo aveva cercato era assicurarsi che il Bastone dell'Eden fosse davvero andato distrutto nell'esplosione di Tunguska. Tuttavia, Nikolai avvertì lo Zar che sarebbe tornato un altro Assassino a compiere la missione che avrebbe dovuto svolgere lui.[2]

Prima che Nikolai Orelov saltasse giù dalla finestra, Nicola gli rivelò che Grigori Rasputin portava sempre al collo una collana fatta con una scheggia che, secondo la descrizione fornitagli poco prima dall'Assassino, era dello stesso materiale dello Scettro Imperiale.[2]

Dopo aver raggiunto la città di Krasnoyarsk, Nikolai scalò le mura del manicomio cittadino e irruppe nella cella dove era rinchiusa Khioniya Guseva, una degli ex discepoli di Rasputin, che aveva tentato di assassinarlo. L'Assassino disse alla donna che si offriva di donarle la libertà aiutandola a fuggire dal manicomio, in cambio delle informazioni che cercava. Così prese di forza la donna e la condusse fuori dalla struttura.[3]

Nikolai uccide Guseva

Nikolai uccide Khioniya Guseva.

Dopo aver corrotto un sacerdote, i due si rifugiarono nella cattedrale di Svyato-Troitsky. Lì Guseva rivelò all'Assassino i dettagli del suo tentativo di uccidere Rasputin; di come, nonostante lo abbia pugnalato e mutilato dove si trovavano in quel momento, l'uomo sopravvisse all'attentato, grazie alla scheggia che portava al collo. Inoltre la donna disse a Nikolai che le ferite che portava al volto se le era inflitte con le sue stesse mani, controllate da Rasputin grazie ai poteri della scheggia. Dopodiché Guseva chiese a Nikolai di porre fine alla sua vita; così l'Assassino pugnalò al cuore la donna con la sua lama celata, poi ne pose gentilmente il corpo a terra.[3]

Seguendo le informazioni dategli dalla donna e dallo Zar, Nikolai, insieme ad altri due uomini, disotterrò il corpo di Rasputin per accertarsi che ciò che gli avevano detto riguardo la sua collana fosse vero. Dopo aver constatato che il ciondolo della collana di Rasputin era un frammento del Bastone dell'Eden andato perduto nell'esplosione di Tunguska, Nikolai lo prese e tornò da sua moglie Anna, che lo aspettava insieme alla figlia in una carrozza. Una volta dentro, Nikolai disse alla moglie che non voleva più essere un Assassino e che avrebbe voluto fuggire dalla Russia.[2]

Ultimi anni

"Qualunque debito avessi con mio padre e Alek, l'ho pagato. Da stasera, ricominciamo."
―Nikolai parla dell'idea di cominciare una vita diversa[src]
Nikolai e Innokenti soli

Nikolai rimane solo con Innokenti.

Qualche tempo dopo aver recuperato la scheggia dal corpo senza vita di Rasputin, Nikolai decise definitivamente di ritirarsi e tagliò bruscamente i contatti con l'Ordine degli Assassini. Così insieme alla loro figlia Nadya, Nikolai e sua moglie Anna superarono il confine russo e si imbarcarono su una nave diretta in America, dove avrebbero voluto cominciare una nuova vita.[2] Qualche tempo dopo Nikolai e Anna ebbero il loro secondo figlio, Innokenti Orelov.[4]

Il 7 novembre del 1919[1], durante le espulsioni dagli Stati Uniti d'America dei radicali di sinistra, mentre Nikolai e la sua famiglia si trovavano in un bar, i federali del dipartimento di giustizia fecero irruzione nel locale ed arrestarono gli immigrati russi presenti. Nel caos provocato dall'operazione, Anna e Nadya furono separati da Nikolai, che riuscì a fuggire portando con sé Innokenti, e furono deportate in Russia. Nonostante le successive ricerche della moglie e della figlia, Nikolai non riuscì mai a trovarle e arrivò a convincersi del fatto che fossero entrambe morte.[4] Rimasto solo insieme al figlio, Nikolai si ritirò a vivere insieme a lui in una capanna nella foresta, isolata dal resto del mondo.[4]

Nikolai lotta con Sergei

Una fase della lotta con Sergei.

Nel gennaio 1926,[1] un Assassino di nome Sergei trovò il loro nascondiglio e, trattenendo Innokenti come ostaggio, provò a costringere Nikolai a seguirlo dal loro Mentore, a cui avrebbe dovuto rivelare ciò che vide grazie al Bastone dell'Eden anni prima. Nikolai tuttavia riuscì ad uccidere l'Assassino e a liberare il figlio. Quella sera stessa decise di iniziare ad addestrare il figlio a combattere e ad uccidere come un Assassino, poiché sapeva che prima o poi altri Assassini gli avrebbero raggiunti per lo stesso motivo per cui quel giorno era arrivato Sergei.[4]

Il giorno seguente Nikolai consegnò al figlio un coltello, con cui lo invitò ad attaccarlo. Tuttavia Innokenti, confuso dal comportamento del padre, fu facilmente disarmato da Nikolai che, per punire il figlio dell'indecisione dimostrata, lo costrinse a dormire fuori dalla capanna. Dopo diverso tempo, Innokenti riuscì a tendere un'imboscata al padre che, ritrovandosi a terra con il figlio che gli puntava un coltello alla gola, capì che Innokenti era finalmente pronto per affrontare gli Assassini che sarebbero presto arrivati a prenderli. Dopodiché lo abbracciò affettuosamente.[4]

Nikolai Orelov morte

La morte di Nikolai.

Nel 1928,[1] alcuni Assassini raggiunsero la loro casa e, grazie ad un'imboscata, Nikolai e il figlio riuscirono ad eliminarli quasi tutti. Nonostante fosse stato ferito ad una gamba durante lo scontro, Nikolai e Innokenti riuscirono a fuggire dalla zona e raggiunsero un fiume. Tuttavia, dopo che Innokenti ebbe attraversato il fiume grazie all'aiuto di una fune tesa improvvisata, l'ultimo Assassino rimasto in vita li raggiunse e sparò all'altra gamba di Nikolai. L'uomo prese Nikolai e disse ad Innokenti di seguirlo, poiché in cambio avrebbe avuto la libertà e saputo dove la madre e la sorella, che erano ancora vive, si trovavano. Nikolai tuttavia disse al figlio di non credere alle parole dell'Assassino e di essere forte. Innokenti così sparò con il suo fucile all'Assassino attraverso il corpo del padre, uccidendoli entrambi.[4]

Caratteristiche e personalità

"Ho cominciato come un crociato che vuole cambiare le cose, e ora non sono che un volgare trafugatore di tombe."
―Nikolai dopo aver recuperato la scheggia del bastone dell'Eden dalla tomba di Rasputin[src]
Nikolai e Anna sulla nave

Nikolai con la famiglia sulla nave per l'America.

Nikolai fu addestrato per diventare un Assassino fin dalla giovane età, sebbene questa sia stata una scelta del padre e non sua. Nikolai dimostrò infatti più volte nel corso della sua vita un certo disprezzo verso l'Ordine degli Assassini. Nikolai fu inoltre vittima di un grande senso di colpa per la morte dell'amico fraterno Aleksandr Ulyanov, che lo perseguitò per anni.[2]

Nonostante il disprezzo verso la sua vita all'interno dell'Ordine degli Assassini, la personalità di Nikolai cambiò più radicalmente dopo la morte del suo primo figlio. Nikolai divenne infatti freddo e inflessibile in ogni sua azione. Durante l'interrogatorio di Dolinsky non mostrò alcuna compassione o indulgenza verso il Templare, arrivando anche a minacciare di fare del male ai familiari dell'uomo pur di ottenere le informazioni che voleva. Durante l'interrogatorio anche due Assassini presenti confermarono come la morte del suo primo figlio avesse reso Nikolai un uomo vendicativo e crudele, da gentile che era.[2]

Per quanto riguarda il suo abbigliamento, Nikolai indossava un cappotto coperto di pelliccia con il tradizionale cappuccio da Assassino, inoltre una cintura e una tracolla con l'emblema degli Assassini. Facevano parte del suo equipaggiamento una lama celata, un pugnale, una sciabola e una carabina.

Curiosità

  • Il cognome di Nikolai, "Orelov", non è di origine russa; deriva infatti da "Orlov" (Орлов), che significa "syn orla" (сын орла), cioè "figlio di Oryol" o "figlio dell'aquila". Potrebbe anche derivare da "Orel", che in ceco, sloveno e bulgaro significa sempre "aquila", continuando la tradizione di collegare gli Assassini a tale uccello.
  • Gli abiti dell'Assassino possono essere acquistati su Xbox Live.

Galleria

Note

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