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Questo articolo è riferito al Mentore degli Assassini nel Levante. Potresti aver cercato l'omonimo Assassino egiziano del XVIII secolo.
"Colui che accresce la conoscenza, accresce il dolore."
―Al Mualim[src]

Rashid ad-Din Sinan (Bassora, 1135 - Masyaf, Settembre 1191), meglio conosciuto come Al Mualim (Arabo: المعلم; italiano: L'Insegnante o Il Maestro) è stato il Mentore degli Assassini del Levante durante la Terza Crociata, e Mentore del suo successore Altaïr Ibn-La'Ahad. In segreto, aveva tradito gli Assassini, patteggiando per i Templari. In realtà, questo era un triplo gioco, visto che fece assassinare da Altaïr tutti i suoi alleati, così da poter tenere per sé il Tesoro che Altaïr e Malik Al-Sayf recuperarono sotto il Tempio di Salomone.

Biografia[]

Assedio di Masyaf[]

Nel 1176, Salah Al'din e il suo esercito Saraceno, posero sotto assedio la fortezza di Masyaf. Al Mualim, il Mentore degli Assassini, mandò il suo uomo migliore, Umar Ibn-La'Ahad, al campo Saraceno allo scopo di conegnare un messaggio minatorio.[2]

La missione andò a buon fine, nonostante Umar riuscì a lasciare un avvertimento all'interno della tenda di Saladino, in base a delle informazioni raccolte da una spia infiltrata nel campo. La missione aveva l'obiettivo di incutere paura nei nemici. Tuttavia, durante la fuga, fu costretto ad assassinare un nobile per evitare la cattura.[2]

Il giorno seguente, l'avvertimento fu efficace, poichè il Saladino fuggì dal campo d'assedio, lasciando il comando a Shihab Al'din, suo zio. Quest'ultimo, aveva intenzione di negoziare la pace. Shihab sostenne che avrebbero rinunciato alla conquista e avrebbero lasciato andare il prigioniero, solo se l'Assassino del loro nobile fosse stato giustiziato. Egli rivelò di sapere il nome dell'uomo, grazie alla spia da loro catturata, Ahmad Sofian. Al Mualim, esitò a lasciar andare il suo uomo migliore, anche se Umar stesso chiese il permesso di costituirsi. Al Mualim fu costretto a lasciarlo andare; Umar venne giustiziato davanti agli occhi di suo figlio Altaïr Ibn-La'Ahad. Al termine dell'esecuzione, i Saraceni lasciarono Masyaf, come promesso.[2]

Maestro di Abbas ed Altaïr[]

"Altaïr, t'ho visto abbandonare la fanciullezza in così breve tempo che ciò riempe di tristezza oltre che d'orgoglio. Ti adegui al ruolo di tuo padre come fosse stato pensato per te."
―Al Mualim parla con Altaïr[src]
Il Custode Del Mentore 11

Altaïr e Al Mualim dopo la morte di Haras.

Incolpando se stesso della morte di Umar, Ahmad si suicidò dopo aver chiesto perdono ad Altaïr. Quest'ultimo raccontò tutto al suo mentore Al Mualim, che lo obbligò a tacere per tenere nascosta la verità. Si raccomandò sopratutto con il suo allievo di non raccontare l'accaduto al suo amico Abbas Sofian, poichè la notizia lo avrebbe stravolto. Successivamente, Al Mualim si prese cura dei due ragazzi, addestrandoli nell'arte del combattimento, vedendo in loro un grande futuro nell'Ordine degli Assassini.[2]

Nel 1189, i Templari riuscirono a mettere sotto assedio la fortezza di Masyaf, prendendo come prigioniero Al Mualim. Il loro comandante era un ex Assassino che aveva tradito l'Ordine, Haras. Tuttavia, Al Mualim venne tratto in salvo da Altaïr, che uccise Haras, ottenendo l'ammirazione del suo Mentore ed il rango di Maestro Assassino.[3]

Ricerca del Calice[]

"Io mando te. Il mio uomo migliore a svolgere la missione più importante di qualunque altra prima d'ora... e tu torni da me con niente altro che scuse e giustificazioni?!"
―Al Mualim sgrida Altaïr per via del suo fallimento[src]

Nel 1190, Al Mualim assegno ad Altaïr il compito di trovare il Calice. Durante l'anno venturo, Al Mualim rimase temporaneamente in una roccaforte di Aleppo, ed il suo secondo in comando, Harash, tradì l'Ordine, appoggiando la causa dei Templari. A seguito dell'assassinio di Harash, da parte di Altaïr, Al Mualim si trasferì a Masyaf.[4]

Difesa di Masyaf[]

"I miei uomini non temono la morte, l'accolgono con gioia! Con le ricompense che reca."
―Al Mualim parla con Roberto durante l'assedio[src]
Al Mualim 1

Al Mualim durante l'attacco a Masyaf.

Nel 1191, Al Mualim inviò Altaïr a recuperare un tesoro nascosto sotto al Tempio di Salomone per riportarlo a Masyaf. Altaïr portò con sé altri due Assassini: Malik Al-Sayf e suo fratello Kadar. All'interno del tempio, Altaïr non rispettò uno dei principi del Credo, assassinando il vecchio che era intento a pregare all'ingresso. Una volta dentro, Altaïr vide il Gran Maestro dei Templari, Roberto di Sable, raggiungere il tempo con le guardie. Nonostante la spavalderia di Altaïr, il Templare, lo scaraventandolo dalla sala, impedendo ad Altaïr di aiutare i compagni. Negli attimi successivi, Roberto e le sue guardie attaccarono gli Assassini, uccidendo Kadar e facendo perdere un braccio a Malik. Altaïr riuscì a fuggire e tornare a Masyaf.[5]

Quando Altaïr riferì il suo fallimento al suo capo Al Mualim, egli si irritò, ma Malik tornò, sanguinante e ferito. Poi, per peggiorare le cose, Roberto assieme ai crociati attaccarono Masyaf. Al Mualim trattenne Roberto con un discorso, mentre Altaïr fece scattare una trappola sui Templari. Anche se Masyaf fu salvata da Altaïr, Al Mualim lo fece retrocedere dal grado di Maestro Assassino a Novizio, togliendogli la maggior parte del suo equipaggiamento e la sua autorità all' interno dell'Ordine. Al Mualim decise di dargli una possibilità di redimersi, mandando Altaïr ad uccidere nove uomini che avevano orchestrato gli eventi della Terza Crociata dal lato cristiano e da quello musulmano.[5]

Caccia ai Nove[]

"Ho qui un elenco, formato da nove nomi, nove uomini che devono morire. Sono degli appestatori, dei guerrafondai... Il loro potere e la loro influenza contaminano la terra, e assicurano la continuazione delle Crociate. Tu li troverai, li ucciderai... Così facendo spargerai i semi della pace, sia per la regione, sia per te stesso. In questo modo, potresti redimerti."
―Al Mualim affida un compito ad Altaïr[src]

Altaïr viaggiò attraverso la Terra Santa, dando la caccia ed uccidendo i 9 uomini. Dopo aver ucciso il Gran Maestro dei Cavalieri Templari, Roberto di Sable, il Templare, in fin di vita, rivelò ad Altaïr che Al Mualim era egli stesso un Templare. Il tesoro del Tempio di Salomone era, infatti, un Frutto dell'Eden, ed i Templari stavano progettando di utilizzare il suo potere sovrannaturale per controllare le menti della popolazione. Tuttavia, Al Mualim non desiderava condividere questo potere.[5]

Assassinio (Al Mualim) 9

Altaïr faccia a faccia con Al Mualim.

Altaïr tornò poi in fretta a Masyaf, per scoprire che la popolazione della città era ipnotizzata da Al Mualim, e lui, assieme ad alcuni dei suoi compagni Assassini non caduti sotto il suo controllo mentale, si diressero verso il palazzo. Dopo aver raggiunto la fortezza, Altaïr affrontò Al Mualim.[5]

Morte[]

Dopo aver combattuto contro le repliche di Al Mualim, che si era moltiplicato grazie alla Mela, Altaïr riuscì finalmente ad ucciderlo, ponendo fine al controllo mentale sul popolo. Prima di morire, l'ex Gran Maestro degli Assassini disse al suo allievo che fece di tutto per assicurare la pace assoluta nel mondo e sostenne che Altaïr, come lui, non sarebbe mai stato in grado di distruggere il Frutto dell'Eden. Dopo la sua morte, Altaïr divenne il Gran Maestro degli Assassini, portando numerosi innovamenti nello stile di vita dell'Ordine.[5]

Personalità e caratteristiche[]

Gloria 7

Rashid striglia un arrogante Altaïr.

Al Mualim, anche se noto per essere un capo saggio e pacato, a volte si dimostra essere misterioso ed imprevedibile. Non parla mai di cose private o di sospetti personali e dà una risposta inaspettata quando la gente lo interroga. Egli non solo protegge il suo Ordine, ma protegge anche se stesso sotto un mantello di grande segretezza.

Rivela poco riguardo se stesso, e non si conosce quasi nulla della sua vita, per non parlare di cosa fa oltre al suo dovere come Gran Maestro degli Assassini. Masyaf, una piccola fortezza e quartier generale della setta siriana dell'Ordine degli Assassini, è dove Al Mualim trascorre la maggior parte del suo tempo a studiare.

Con i suoi sforzi, l'Ordine divenne più noto, e contemporaneamente anche più oscuro. La paura e l'incertezza del popolo di fronte ai grandi Assassini in pubblico aumentano la notorietà già leggendaria dell'Ordine.

Ultime parole[]

  • Al Mualim: Impossibile, l'allievo non sconfigge il maestro.
  • Altaïr: Niente è reale, tutto è lecito.
  • Al Mualim: Così pare. Hai vinto dunque, va' a reclamare il tuo premio.
  • Altaïr: Avevate il fuoco in pugno vecchio, avrebbe dovuto essere distrutto.
  • Al Mualim: Distruggere l'unica cosa in grado di fermare le crociate e creare la vera pace? Giammai.
  • Altaïr: Allora lo farò io.
  • Al Mualim: Questo lo vedremo.

Curiosità[]

  • Nonostante fosse il Mentore degli Assassini, come tutti gli altri aveva tutte le cinque dita.

Note[]

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