La ricerca di Cesare Borgia è stato un avvenimento successivo alla liberazione di Roma, in cui i membri della Confraternita italiana degli Assassini tentarono di scoprire l'esatta posizione in cui è stato imprigionato Cesare Borgia, con l'intenzione di assassinare il Gran Maestro dei Templari, ormai sconfitto.
Interrogatori[]
- "Ci sono donne in questa città che potrebbero aiutarci. Dobbiamo scovarle e parlare con loro."
- ―Ezio rivela il suo piano a Machiavelli.[src]
Subito dopo la prigionia e la successiva fuga di Cesare Borgia da Castel Sant'Angelo, il Templare fu mandato in un'altra prigione. La sua posizione fu tenuta segreta e solo il papa Giulio II, il re Ferdinando e la regina Isabella d'Aragona e Castiglia erano a conoscenza del luogo di detenzione. Nemmeno al Mentore degli Assassini italiani, Ezio Auditore da Firenze, fu permesso di sapere tutto.
Ezio e Niccolò Machiavelli iniziarono subito la ricerca del Borgia, rintracciando e interrogando amanti passate e altri associati della casata dei Borgia. La loro prima destinazione fu la casa di Vannozza dei Cattanei, la madre di Cesare. Tuttavia, ella non fu in grado di fornire alcuna informazione utile agli Assassini, che di conseguenza interrogarono Giulia Farnese, l'ultima amante di Rodrigo Borgia, sebbene nemmeno lei riuscì ad aiutare gli Assassini in alcun modo. Infine, i due fecero visita a Charlotte d'Albret, la moglie di Cesare e madre di uno dei suoi figli, ma dopo una breve conversazione, gli Assassini se ne andarono, lasciandola, ancora senza la minima idea di dove si trovasse Cesare.
Imboscata[]
- "Hanno un nascondiglio nel quartiere Prati, a est del Vaticano. È là che l'hanno portata."
- ―Bruno rivelando la posizione degli irriducibili seguaci dei Borgia.[src]
Mentre tornavano all'Isola Tiberina, Ezio e Machiavelli discussero sull'utilizzare la Mela dell'Eden per trovare Cesare, ma Ezio fù titubante, volendo fare affidamento sulle proprie capacità piuttosto che sull'antico strumento. Tuttavia, la loro discussione fu presto interrotta da Bruno, una delle spie di Machiavelli, che disse loro che gli irriducibili seguaci dei Borgia avevano catturato Claudia. Gli Assassini si diressero quindi verso il nascondiglio dei Borgia, solo per trovarsi in un'imboscata organizzata dagli stessi irriducibili. Durante una breve conversazione, i seguaci dei Borgia rivelarono che Bruno stava effettivamente lavorando per loro, e che essi a loro volta lavoravano per Micheletto Corella. Ezio e Machiavelli riuscirono a combattere i soldati e a liberare Claudia senza troppi problemi, per poi dirigersi di fretta al loro nascondiglio, decidendo di cercare Micheletto, poiché li avrebbe condotti direttamente da Cesare.
Micheletto Corella[]
- La Volpe: Ha dei contingenti dalla Romagna che sono ancora fedeli a Cesare. Sarà pronto a combattere.
- Ezio: Che lo sia.
- ―Ezio e La Volpe discutono dell'assalto a Micheletto.[src]
Non molto tempo dopo, La Volpe andò da Ezio, informandolo che le sue spie avevano trovato Micheletto, che si nascondeva a Zagarolo. Ezio radunò immediatamente un esercito di cento Ladri e adepti Assassini, in marcia per Zagarolo la mattina seguente. Micheletto ed i suoi irriducibili Borgia combatterono ferocemente, ma non poterono competere con le truppe degli Assassini. Machiavelli arrestò così Micheletto, che fu poi condotto a Firenze e rinchiuso nel Palazzo della Signoria.
Mentre Micheletto era rinchiuso a Firenze, fu torturato da Machiavelli, Piero Soderini e Amerigo Vespucci, decisi a scoprire dove fosse rinchiuso Cesare Borgia. Nel frattempo, Ezio e Leonardo da Vinci si recarono da Gaspar Torella, il medico personale di Cesare, per chiedergli dove fosse il Borgia, tuttavia a nulla valsero i tentativi dei due.
Machiavelli tornò presto a Roma per incontrare Ezio e lo informò della fuga di Micheletto dalla prigione. Gli irriducibili seguaci erano riusciti a salire sul tetto della prigione e avevano calato una corda per permettere a Micheletto di uscire dalla finestra e scappare. Le sbarre davanti alla finestra erano state rimosse tramite un sotterfugio del sacerdote che aveva ascoltato poco prima la sua ultima confessione. Gli Assassini decisero infine di seguire i movimenti di Micheletto, che li avrebbe portati fino a Cesare, utilizzando la Mela per localizzarlo.
Viaggio a Napoli[]
- "Dov'è questa rocca? Che ci dice la Mela?"
- ―Ezio illustra la visione della Mela[src]
Ezio e Machiavelli si rivolsero alla Mela dell'Eden per chiedere aiuto, ma l'unica cosa che il frutto mostrò loro era l'immagine di un castello, da qualche parte in Spagna. Decisero quindi di chiedere a Leonardo da Vinci, poiché aveva studiato la Mela e conosceva più dettagli al riguardo. Nel secondo tentativo di usarla, la Mela disse a Ezio che doveva partire alla volts di Napoli, da dove Micheletto sarebbe salpato per Valencia. La Mela lo avvertì anche che avrebbe dovuto continuare il suo viaggio senza di essa, poiché non lo avrebbe più aiutato.
Ezio e Machiavelli si recarono dunque nella stanza segreta, situata sotto il Colosseo, per nascondere la Mela e si unirono a Leonardo per il viaggio verso Napoli. Poco dopo il loro arrivo, incontrarono Camilla che disse loro che Micheletto era effettivamente salpato per Valenzia. Ezio, Machiavelli e Leonardo decisero subito di seguirlo e di dirigersi verso Valenzia.
Conseguenze[]
Ezio, Machiavelli e Leonardo salparono per Valencia all'inseguimento di Micheletto e la Mela rimase nascosta al sicuro nella Cripta sotto il Colosseo.
Note[]
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