Sulle tracce di Johnson è la rappresentazione virtuale di una delle memorie genetiche di Ratonhnhaké:ton, rivissuta da Desmond Miles nel 2012 attraverso l'Animus.
Descrizione[]
Connor viene avvisato dal suo amico Kanen'tó:kon che William Johnson ha intenzione di comprare la terra su cui sorge il loro villaggio. Connor decide così di recarsi a Boston per cercare Samuel Adams, che potrebbe essere in grado di dirgli dove trovare il Templare. A Boston, Connor aiuta un uomo ad impedire che i soldati inglesi gli requisiscano l'abitazione. Poi, incontra lo stesso uomo, Samuel Adams e William Molineux, da cui scopre che William Johnson è impegnato nel contrabbando del tè. Intento a scoprire di più suoi traffici del Templare, Connor decide di aiutare gli uomini a distruggere le casse di tè di contrabbando.
Dialoghi[]
Prologo[]
Connor riflette sugli ultimi avvenimenti.
- Connor: Questi sono tempi difficili. La già precaria alleanza fra la Corona e i suoi sudditi vacilla. Ma dietro a entrambi ci sono i Templari, intenti a tirare fili e muovere pedine. Sappiamo che ambiscono all'ordine e al controllo. Ma come agiscono qui? Chi li sostiene? E quali cospirazioni sono già in atto? Tutte cose che devo scoprire, perché solo conoscendo il nemico posso riuscire a fermarlo.
Achille Davenport raggiunge nella cantina della tenuta di Davenport Connor, a cui mostra un'arma.
- Achille: Connor. Hai un momento?
- Connor: Ma certo.
- Achille: Guarda qui.
- Connor: (Prendendo l'arma) Che cos'è?
- Achille: Uno Shéng Biāo, o dardo da corda, se preferisci.
Connor prova a destreggiarsi con il dardo da corda.
- Achille: Uno dei molti progetti lasciati da Shao Jun per-
Il dardo sfugge dalle mani di Connor e si incastra nella parete.
- Connor: Scusa.
- Achille: Dovremo lavorarci su.
I due vengono distratti da qualcuno che bussa alla porta dell'abitazione.
Così Connor va ad aprire la porta, trovandosi davanti l'amico Kanen'tó:kon.
- Connor: Kanen'tó:kon.
- Kanen'tó:kon: Sì, amico.
- Connor: Cosa ci fai qui? (Mettendogli una mano sulla spalla) Tutto bene al villaggio?
- Kanen'tó:kon: Per ora.
- Connor: Perché? Che è successo?
- Kanen'tó:kon: Degli uomini sono venuti a scacciarci. Dicono che la terra è venduta e che la Confederazione è d'accordo. Abbiamo protestato, ma non ci danno retta.
- Connor: Dovete opporvi!
- Kanen'tó:kon: Non possiamo opporci ai capi tribù. Ma anche tu hai ragione. Non dobbiamo arrenderci così.
- Connor: Hai un nome? Sai chi è il responsabile?
- Kanen'tó:kon: Si chiama William Johnson.
- Connor: Dov'è Johnson ora?
- Kanen'tó:kon: A Boston, per il contratto di vendita.
- Connor: Vendita? Questo è un furto.
- Achille: Connor, sta' attento. Sono uomini potenti.
- Connor: Che cosa dovrei fare? Ho fatto una promessa al mio popolo.
- Achille: Se vuoi davvero salvare il villaggio, cerca Sam Adams a Boston. Lui potrà aiutarti.
Connor si fa passare il tomahawk dell'amico e lo pianta in una della colonne della veranda dell'abitazione.
- Achille: Ma che stai facendo?!
- Connor: Quando la mia gente va in guerra, si pianta un'ascia in un palo per segnare l'inizio. Se si torna vittoriosi, si recupera l'ascia.
- Achille: (Sarcasticamente) Beh, potevi usare un albero!
Connor e Kanen'tó:kon lasciano la tenuta.
Ricordo[]
Connor raggiunge il porto di Boston, dove trova Samuel Adams, intento a parlare con altri due uomini.
- Samuel: Ah, Connor. Che piacere. Cosa ti porta a Boston?
- Connor: Te.
- Samuel: (Agli altri due uomini) Potete scusarci, amici?
Connor e Samuel si allontanano dagli altri due insieme.
- Samuel: Grazie. Quella conversazione si era fatta spiacevole. Ora, che posso fare per te?
- Connor: Speravo potessi aiutarmi a trovare William Johnson.
- Samuel: Ma certo. Sto andando ad una riunione con degli uomini che potranno aiutarti. Perché non vieni con me?
Connor segue Samuel Adams.
- Samuel: È bello vedere che finalmente la gente si batte contro l'ingiustizia...
- Connor: Detto da un uomo che ha una schiava...
- Samuel: Chi, Surry? Tengo fede ai miei principi. Non è una schiava, è una donna libera... almeno sulla carta. Le abitudini sono due a morire. È una tragedia che, nonostante il progresso, tolleriamo una tale barbarie.
- Connor: Potete sempre opporvi.
- Samuel: Dobbiamo prima difendere i nostri diritti. Quando sarà finita, avremo il lusso di occuparci del resto.
- Connor: Parli come se viveste nelle stesse condizioni degli schiavi. Non è così.
- Samuel: Dillo al mio vicino, che è costretto ad ospitare le truppe inglesi. O al mio amico, la cui bottega è stata chiusa perché dispiaceva alla Corona. La gente qui non è più libera di Surry.
- Connor: Queste sono scuse, non soluzioni. Tutti gli uomini sono uguali fin da sempre.
I due passano nei pressi di una casa, davanti alla quale alcuni soldati inglesi sono radunati per aiutare l'esattore a riscuotere le tasse dal proprietario.
- Stephane: Ehi, è casa mia! Non mi interessa quello che dite voi esattori! Se quei ladri del parlamento la vogliono, che si facciano una nuotata e vengano a prendersela!
- Esattore: Non intendo discutere! Aprite subito la porta o i miei uomini la abbatteranno!
L'uomo getta una secchiata d'acqua in testa all'esattore.
- Soldato: Ora basta! Noi entriamo!
Il soldato sfonda una finestra con il calcio del fucile. In risposta all'attacco, l'uomo si getta fuori dalla porta e butta a terra l'esattore.
- Samuel: Credo che questa sia una prova sufficiente.
- Connor: Tu prosegui. Ci incontreremo a destinazione.
Connor elimina tutti i soldati, salvando l'uomo.
- Stephane: Giustizia è fatta. Che il Governatore ne mandi altri.
- Connor: Come state?
- Stephane: Sto bene. Non era la prima volta. Tenuto conto delle armi che sfoggiano, combattono come bambini.
(Mettendogli una mano sulla spalla) Grazie, amico. Ti offrirei una birra, ma ho un appuntamento altrove.
Connor raggiunge la locanda dove trova Samuel Adams, in compagnia di un uomo.
- Samuel: Connor, vorrei presentarti alcuni carissimi amici. Il proprietario di questo posticino, William Molineux, e il gestore chef del suo nuovo locale-
Dalla porta della cucina spunta l'uomo che Connor ha salvato dai soldati inglesi poco prima.
- Samuel: -Stephane Chapheau.
- Stephane: Ah, Connor ed io abbiamo appena avuto un diverbio con alcune giubbe rosse proprio sotto casa mia.
- William: Gli esattori oramai sono sempre più spavaldi. Bisognerebbe fare qualcosa, Samuel.
- Samuel: Dobbiamo dare un segnale forte. Qualcosa che dica alla gente che siamo con lei. Il porto è un posto caldo ora. È pieno di manifestante che picchettano gli ultimi carichi di tè inglese. Gli occhi dell'intera città sono puntati lì...
- Stephane: Ah, non privare mai un bostoniano del suo tè.
- William: William Johnson contrabbanda il tè delle navi. Uno dei suoi è venuto a vendermi questa.
William mostra agli altri un sacchetto di tè.
- William: Offerta che ho rifiutato, ma viene da quelle navi. Guardate il timbro. Lo fa pagare una fortuna. Diventerà ricco grazie a tutti i compratori che ha.
- Connor: Adesso dov'è?
- William: Non l'ho mai visto.
- Samuel: Posso sapere perché lo cerchi, Connor?
- Connor: Vuole acquistare la terra su cui sorge il mio villaggio contro il volere del mio popolo.
- Samuel: Senza dubbio finanzierà quell'acquisto con il guadagno ricavato dal contrabbando. La nuova tassa introdotta sul tè favorisce il contrabbando. Scommetto che a tassarci sono gli stessi che vendono il tè. Dobbiamo cercare di approfittarne e forse ho un'idea.
I tre si preparano a recarsi al porto per mettere in atto il piano di Samuel Adams. Connor si ferma a parlare con Samuel.
- Samuel: Connor, torna al molo e pensa a come distruggere il tè.[1] Se hai bisogno di noi, torna qui.
Connor si ferma a parlare con Stephane.
- Stephane: Salve, Connor. Quel tè viene contrabbandato in tutta Boston dagli uomini di Johnson. Se vedete delle casse in transito, forse potete fermare le consegne. E quei dannati esattori sono ancora in giro. Si meritano una bella lezione.
Connor esce dalla locanda e si scontra con uno dei contrabbandieri di Johnson, a cui cade la cassa contenente una consegna di tè.
- Connor: Scusate.
- Contrabbandiere: E sta' attento, amico.
Connor nota il contenuto della cassa e si avvicina all'uomo minacciosamente. Comprendendo di essere in pericolo, l'uomo fugge.
Connor si reca al porto, dove distrugge le casse di tè di contrabbando di William Johnson.
Risultato[]
Connor salva Stephane e distrugge il carico di tè di contrabbando.
Galleria[]
Note[]
- ↑ Testo originale: Connor, head back to the docks and see to the destruction of the tea. - Traduzione ufficiale: Connor, torna al molo e dì a Paul Revere che ho un piano.