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"Uno dei punti di riferimento più amati della campagna toscana. Per secoli elemento chiave della difesa di Monteriggioni e fonte di grande innovazione architettonica..."
―Targa commemorativa, 2012[src]

Villa Auditore è stata la dimora della famiglia Auditore a Monteriggioni e principale punto di riferimento del borgo.

Costruita nel 1290, venne poi acquistata e restaurata da Domenico Auditore nel mese di agosto del 1327. Nel corso dei secoli continuò ad essere di proprietà degli Auditore, venendo però pesantemente danneggiata durante l'assedio di Monteriggioni, all'inizio del XVI secolo.

Storia[]

Domenico Auditore[]

La villa venne eretta nel 1290. Trent'anni dopo, nel 1320, un attacco fiorentino danneggiò la facciata frontale, richiedendo un restauro immediato. Con la morte di Dante Alighieri, nel 1321, la villa venne acquistata da Domenico Auditore, che vi andò a vivere insieme al figlio Renato. Domenico ristrutturò la villa, erigendo l'attuale facciata, le cui forme anticipavano già lo stile architettonico del Rinascimento, e costruendo anche una galleria di dipinti al suo interno. La simmetria e le geometrie che circondano la villa destarono scalpore al tempo. L'edificio doveva servire come abitazione, fortezza e luogo di addestramento per la città.[1]

Domenico fece anche costruire le mura che circondano Monteriggioni, ancora oggi intatte. Inoltre costruì molti passaggi sotterranei sotto il borgo, tra cui il santuario e cripta Auditore. Le gallerie che collegavano le stanze sotterranee fungevano da vie di fuga dalla città, in caso di attacco.[1] Inoltre, nei medemini anni, venne nascosto sotto la villa un artefatto noto come "Sindone".[2]

Mario Auditore[]

"Con tutte le guerre che ci sono state, questo posto sta diventando un po' decadente. Vorrei poterci fare qualcosa, ma non ho né tempo né denaro per rimettere le cose a posto. Ha visto tempi migliori, immagino. Credimi, la rimetterei di nuovo a lustro... se solo ne avessi il tempo."
―Mario Auditore sulla villa in rovina, 1476[src]

Nel 1434 nacque Mario Auditore, nipote di Renato, e due anni più tardi nacque Giovanni. Dopo la morte del padre dei due e la partenza di Giovanni per Firenze, nel 1454, Mario rimase l'unico signore di Monteriggioni. Malgrado i suoi sforzi, la villa e il borgo caddero in rovina, in quanto l'Auditore spendeva tutti i suoi fondi nella difesa della città e nei suoi mercenari, piuttosto che il restauro della città.[1] La villa, invece, fu per lo più utilizzata per il deposito di armi ed equipaggiamento bellico e, per un certo periodo, anche di un misterioso manufatto che Mario scoprì nascosto proprio sotto di essa. Durante l'assedio di Monteriggioni del 1454, fu nella villa che Mario interrogò Luciano Pezzati, una spia dell'esercito fiorentino.[2]

Ezio Auditore[]

Villa Auditore in rovina

Villa Auditore in rovina.

Nel 1476 giunse a Monteriggioni Ezio Auditore da Firenze, nipote di Mario, insieme alla madre Maria e alla sorella Claudia, dopo l'esecuzione del padre Giovanni e dei fratelli Federico e Petruccio. Malgrado inizialmente intendesse fuggire in Spagna, con grande disappunto dello zio, Ezio scelse poi di restare a Monteriggioni per continuare l'opera del padre e uccidere i responsabili della congiura contro la sua famiglia.[1]

Ezio a partire dal 1478 cominciò a restaurare il borgo e, malgrado non si conoscano le date precise di rinnovamento, si sa che nel dicembre 1499 la villa era nuovamente un edificio splendido, ricco e ben tenuto, e il quartier generale della Confraternita italiana degli Assassini. Nella galleria e nell'atrio erano appesi dipinti dei più grandi artisti dell'epoca, tra cui alcune opere di Leonardo da Vinci. Nel 1499, gli Assassini si riunirono qui per trovare la posizione della cripta grazie al Codice e alla Mela dell'Eden.[1]

Calunnia 3 TEC

Monteriggioni assediata dall'esercito papale.

Tuttavia il 2 gennaio 1500 l'esercito papale, comandato da Cesare Borgia, il figlio del papa e Gran Maestro dei Templari Alessandro VI, assediò il borgo di Monteriggioni. Malgrado la resistenza dei mercenari, le forze papali vinsero l'assedio e Mario venne ucciso. Sia il borgo che la villa subirono molti danni a causa dei colpi dell'artiglieria degli assedianti. La villa venne poi abbandonata, in quanto Ezio Auditore si recò a Roma per continuare la guerra contro i Borgia.[3]

Alcuni anni dopo la sconfitta dei Borgia, Ezio tornò nuovamente a Monteriggioni e visitò quella che un tempo era casa sua. Dopo aver dato uno sguardo al santuario, trovò nello studio dello zio una lettera scritta dal padre, che lo fece partire ancora una volta dalla città. Non si sa se Ezio tornò più alla villa, ma non la ristrutturò mai.

Dopo 50 anni circa dall'assedio, gli Auditore governavano nuovamente su Monteriggioni, ma la villa non venne mai ristrutturata. Nel 1554, gli Auditore vennero traditi da Giovannino Zeti, un esule fiorentino che permise alle forze nemiche di entrare in città in cambio del permesso di rientrare a Firenze. I Medici lasciarono però che gli Auditore continuassero a governare il borgo, dovuto alle buone relazioni tra le due famiglie.[1]

Tempi moderni[]

Desmond: Un momento. Siamo a Villa Auditore?
Lucy: Si. Il nostro ultimo rifugio in Italia.
―Gli Assassini arrivano alla Villa.[src]
Villa Auditore 2012

Villa Auditore nel 2012.

Nel 2012, la Villa era diventata Sito patrimonio dell'umanità. Una targa posta davanti alla villa ricordava che era considerata uno dei "simboli più amati della campagna toscana" ed invitava a non entrare nella struttura. Nella stessa targa è anche descritto come fu costruita e come venne distrutta nella campagna militare di papa Alessandro VI, nel 1500.[3]

Il 16 settembre 2012, gli Assassini Lucy Stillman, Rebecca Crane, Shaun Hastings e Desmond Miles si rifugiarono nel santuario sotto la Villa per nascondersi dai Templari. Vi restarono sino al 10 ottobre dello stesso anno. In questo periodo gli Assassini uscirono dal santuario solo per comprare provviste, anche se a volte Desmond usciva dopo mezzanotte e rientrava prima dell'alba.[3]

Stanze[]

Villa Auditore disponeva di molteplici stanze, alcune anche nascoste.

Atrio[]

Villa Auditore - Atrio

Atrio di Villa Auditore.

L'atrio di Villa Auditore era l'ingresso che portava a diverse camere e anche al cortile anteriore, dove erano presenti le varie statuette che Ezio trovò nella città.[1]

L'atrio, anche all'inizio del 1476, era molto imponente ed elegante, soprattutto con la scala di marmo al centro di esso che portava al piano superiore, e dal soffitto pendeva un bellissimo lampadario. Alcuni dei dipinti più importanti dell'epoca, come l'Annunciazione di Leonardo da Vinci o La Nascita di Venere di Sandro Botticelli, decoravano le pareti interne della sala.[1]

Sala delle armature[]

Articolo principale: Armeria
Villa Auditore - Armeria

La sala delle armature di Villa Auditore.

Nell'armeria, Ezio sceglieva le sue armi o le sue armature all'interno di due stanze separate. La stanza delle armature conteneva cinque armature a disposizione di Ezio. Quattro furono acquistate dai fabbri dell'Italia settentrionale: l'armatura in cuoio, l'armatura Helmschmied, l'armatura in metallo e l'armatura Missaglia. La quinta, l'armatura di Altaïr, ottenuta dopo aver raccolti i sei Sigilli degli Assassini, era collocata al centro di un muro della stanza.[1]

Il centro dell'armeria presentava, invece, un modello della macchina volante utilizzata dall'Assassino per penetrare nel Palazzo Ducale di Venezia, insieme a un modello della carrozza che Ezio guidò sugli Appennini con Leonardo da Vinci per arrivare a Forlì.[1]

Sala delle armi[]

Villa Auditore - Sala delle armi

La stanza delle armi.

La sala delle armi conteneva le varie armi di Ezio, esposte su diversi scaffali. Lo scaffale di sinistra conteneva la Schiavona, la spada comune, da Capitano e quella milanese. In quello di destra la spada di Altaïr, l'antica spada siriana, la Scimitarra e il falcione veneziano e fiorentino.[1]

L'altro lato aveva uno scaffale che ospitava i martelli da guerra, come quello da mercenario e da Condottiero e le mazze. Nel centro della stanza vi era posto uno scaffale a doppia faccia, che conteneva le spade corte, come il pugnale, il coltello, lo stiletto, la cinquedea scanalata e dentellata, il pugnale del Sultano e il coltello da Macellaio.[1]

Laboratorio[]

Villa Auditore - Studio di Claudia

Il laboratorio.

Il laboratorio era una stanza che ospitava diversi scaffali, colmi di libri, e una replica in scala di Monteriggioni. Claudia Auditore occupò questa stanza durante la caccia a Rodrigo Borgia, tenendo traccia delle finanze della città e conservando i registri della ristrutturazione della Villa.[1]

La stanza, come tutte le altre, era molto grande e presentava una miniatura di Monteriggioni, con l'architetto vicino, a cui il giovane Auditore faceva affidamento per le varie ristrutturazioni. Leonardo da Vinci vi passò molto tempo, dopo che Mario lo invitò a soggiornare alla Villa.[1]

Studio di Mario[]

Villa Auditore - Studio di Mario

Lo studio di Mario.

Lo studio di Mario Auditore fu una delle stanze della Villa dove Mario e suo nipote Ezio discutevano spesso sulle operazioni dell'Ordine degli Assassini e sulle missioni che Ezio doveva intraprendere. Anche prima dell'arrivo del giovane Auditore, lo studio veniva utilizzato da suo padre Giovanni e da Mario per gli stessi motivi.[1]

Nello studio vi era la parete in cui Ezio aggiungeva le pagine del Codice che trovava durante i suoi viaggi in tutta Italia, dopo averle fatte decodificare dall'amico Leonardo da Vinci. Alcune delle pagine poste sul muro furono quelle decodificate da Giovanni. Davanti alla parete del Codice, c'era un piedistallo pensato per contenere una Mela dell'Eden. Nel 1499, Ezio raccolse tutte le pagine del Codice e utilizzò il suo occhio dell'aquila per orientare le pagine nella giusta posizione. Quando l'enigma venne risolto, il muro rivelò una mappa completa del mondo, contrassegnata con le posizioni dei Frutti dell'Eden e le diverse cripte e templi.[1]

Oltre alla parete col Codice, vi era la scrivania di Mario, dove prendeva appunti, sopra un tappeto in cui Ezio, nel 1510 tornato alla Villa, trovò la lettera di suo padre scritta nel 1458. Oltre a questo, nella stanza c'era una grande libreria, che nascondeva però un meccanismo, il quale portava a delle scale verso il santuario. Infine, sopra lo studio, c'era un balcone che si collegava a un corridoio, il quale conduceva alle stanze di Maria ed Ezio.[1]

A seguito dell'attacco di Cesare Borgia, la stanza crollò parzialmente, tuttavia vi rimase il registro di Claudia per quasi cinque secoli, ritrovato da Desmond Miles nel 2012.[3]

Stanza di Maria[]

Villa Auditore - Stanza di Maria

Stanza di Maria.

La stanza di Maria Auditore fu la camera da letto della madre di Ezio, situata al primo piano della villa. Come il resto delle stanze, era ben arredata e comprendeva anche una scatola per le piume che Ezio raccoglieva per lei in memoria di Petruccio.[1]

Maria stette in questa stanza a pregare per oltre 20 anni, non parlando quasi mai per il lutto della perdita del marito e dei due figli. Tuttavia, quando Ezio raccolse un centinaio di piume, anche se suo zio aveva cercato di dissuaderlo, Maria si alzò e ringraziò Ezio per non essersi scordato di lei.

Stanza di Ezio[]

Villa Auditore - Stanza di Ezio

La stanza di Ezio.

La stanza di Ezio Auditore si trovava all'ultimo piano di Villa Auditore. Essa servì a Ezio sia come camera da letto, sia come studio e fu la base delle operazioni durante la sua vendetta durata ventitré anni per vendicare il padre e i fratelli, giustiziati dai Templari. Qui vennero appesi i quadri delle vittime illustri di Ezio, dopo la loro morte.[1]

La stanza è sostenuta da una trave di legno posta al centro del pavimento che arriva al soffitto, e vi è una scrivania piena di lettere e documenti. La stanza venne leggermente modificata poco prima dell'assedio del 1500, con l'aggiunta di un grande letto e una vasca da bagno, con una serie di scale che portano ad esso, invece di una sola scala. Questi sono stati eventualmente aggiunti dopo che Ezio aveva migliorato la Villa.[3]

Nel 1500, Ezio trascorse nella stanza una notte con Caterina Sforza, quando la città fu attaccata. Una palla di cannone sfondò il muro della sua stanza e danneggiò la trave di legno di supporto al centro della struttura, causando l'indebolimento del soffitto. Oltre a ciò, i detriti del soffitto caddero sull'armatura di Altaïr, spingendo Ezio a lasciarla sotto le macerie e impegnandosi nella difesa della città.[3]

Galleria di dipinti[]

Articolo principale: Galleria
Galleria Villa Auditore

La galleria di Villa Auditore.

Durante il 1454, Mario utilizzò la galleria vuota della Villa, approfittando dei contatti di suo fratello a Firenze, per importare vari quadri in città.[1]

Tra il 1478 e il 1499, Ezio acquistò molti quadri presso i mercanti d'arte. Anche se alcuni vennero appesi nell'atrio, la maggior parte delle opere era esposta nella galleria, fatta costruire da Domenico Auditore.[1] I dipinti vennero poi distrutti o rubati dai Borgia durante l'assedio del 1500.[3]

Santuario[]

Articolo principale: Santuario
Villa Auditore - Santuario

Il Santuario.

Il santuario era una sala segreta costruita in pietra, situata sotto la villa, utilizzata dagli Assassini sia in epoca rinascimentale che moderna. Era possibile accedere ad esso unicamente attraverso un passaggio nascosto dietro la libreria nello studio privato di Mario Auditore.[1]

Il santuario fu costruito da Domenico per onorare la memoria di sette grandi Assassini del passato di cui sono presenti le statue. Sei delle statue presenti nel Santuario avevano sulla loro base uno spazio in cui inserire un particolare sigillo, custodito nella tomba dell'Assassino corrispondente. Una volta recuperati tutti i sei sigilli sarebbe stato possibile aprire il cancello chiuso davanti alla settima statua, quella raffigurante Altaïr Ibn-La'Ahad, e recuperare la sua speciale armatura.[1]

Curiosità[]

  • Sul tetto della Villa si trova l'unico punto d'osservazione di Monteriggioni.
  • Sebbene Villa Auditore sia fittizia, nella città di Fiesole, vicino Firenze, è presente la villa di Maiano, la cui facciata è molto simile a quella del gioco. Alla metà del XVI secolo, la villa di Maiano fu di proprietà della famiglia Pazzi.
  • Il glifo sul lato sinistro della facciata della Villa rappresenta un codice a barre, con su scritto 122112. Il numero, è un evidente riferimento alla data 21/12/12, che nel glifo viene scritta nel sistema MM/GG/AA. La data, inoltre, coincide con quella del lancio del satellite dell'Abstergo Industries. In Assassin's Creed: Brotherhood, tuttavia, il glifo non era più visibile.
  • Nella mappa del multigiocatore anche se Monteriggioni non è ristrutturata, la villa lo è, e vi sono anche le bandiere con il simbolo degli Assassini.
  • Nell'atrio della sede dell'Abstergo Entertainment di Montréal è presente una foto di Villa Auditore nel 1500, proprio sopra lo stand di Shaun.
  • Se si osserva bene l'esterno della villa e lo si confronta con l'interno, si può notare che non tutte le finestre combaciano. Guardando infatti il muro rivolto alla parte esterna della villa nello studio di Mario, si possono contare un totale di sole 2 finestre, contro le 4 che si vedono dall'esterno.
    • Questo potrebbe essere spiegato semplicemente dal fatto che le finestre siano state murate dall'interno e non esternamente, tuttavia appaiono comunque illuminate quando cala la notte, il che lo rende di fatto un errore mai corretto.
  • In Assassin's Creed: Brotherhood, nei tempi moderni si può notare che di notte Villa Auditore è leggermente illuminata dall'interno. Questo risulta strano dato che la villa è abbandonata da secoli ed il gruppo di Desmond sia rifugiato nel Santuario, e non acceda mai alle stanze della casa.

Galleria[]

Apparizioni[]

Fonti[]

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